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Janusz Korczak (1878 - 1942)

educatore, seguì i bambini ebrei nel ghetto di Varsavia e nella deportazione

Janusz Korczak nasce come Henryk Goldszmit a Varsavia (allora parte dell'Impero Russo) il 22 luglio 1878 da una famiglia ebraica abbastanza integrata e legata alla cultura polacca. È molto legato ai suoi genitori ed è fortemente segnato dalla morte di suo padre, un famoso avvocato, deceduto nel 1896 in seguito a una grave malattia mentale.

Henryk da quel momento deve mantenere la madre, che morirà anch'ella prematuramente, di tifo, nel 1920. Ai suoi genitori Korczak dedica un libro: Sam na sam z Bogiem. Modlitwy tych, ktòrzy sie nie modla (A tu per tu con Dio. Preghiere per coloro che non pregano, 1922). In un altro scritto, il “racconto didattico” Spowiedz motyla (Confessione di una farfalla, 1914), accenna ai suoi complicati legami familiari. 

Korczak è una figura caratterizzata da un enorme bisogno di donare amore, mentre di riceverne “si preoccupava meno: gli bastavano un sorriso o la fine di un pianto”, ha osservato lo scrittore e saggista Francesco M. Cataluccio in un ritratto di Korczak, che fonda un orfanatrofio, per lui una grande famiglia, di cui fanno parte collaboratrici, assistenti e molti bambini poveri che hanno perso i genitori. Altra decisione determinante di Korczak è non sposarsi e di non avere figli, motivata da un'amara considerazione: «Uno schiavo non ha diritto ad avere bambini. Io, ebreo polacco sotto l’occupazione zarista, (nel 1911) ho scelto di servire il bambino e la sua causa» (come scrive in una lettera a Mieczysław Zybertal del 30 marzo 1937).

Nel 1899 Korczak-Goldszmit inizia a studiare Medicina all’Università di Varsavia, ma un altro dei suoi grandi interessi è la letteratura: è autore di testi e drammi per il teatro firmati con lo pseudonimo di Janusz Korczak, che era l'eroe di un popolare romanzo polacco sulla vita del condottiero Jan Sobieski. Questo pseudonimo (che serve anche a nascondere la sua identità ebraica) diviene poi il suo appellativo ufficiale.

Nel 1901, Korczak pubblica il suo primo feuilleton: Dzieci Ulicy (Bambini di strada). Nel 1904 dà alle stampe il romanzo Dziecko Salonu (Il bambino del Salone) che lo rende famoso. Nel frattempo effettua diversi soggiorni di studio a Berlino, Parigi e Londra. Nel 1909 è arrestato per le sue idee politiche a favore dell’indipendenza polacca e in carcere conosce il famoso sociologo socialista polacco Ludwik Krzywicki. Uscito, prende contatto con la Società di aiuto agli orfani, entrando nel suo direttivo, e occupandosi della costruzione di un Orfanotrofio modello per i bambini ebrei. Questa è la sua forma prescelta di impegno politico-sociale, che per lui deve consentire di salvare tanti bimbi e costruire un futuro per il suo Paese oltre che per il suo popolo diasporico.

Il 7 ottobre 1912, assieme all’educatrice Stefania Wilczyńska, sua collega molto stimata, apre un Orfanotrofio in via Krochmalna, 92, nel pieno centro del quartiere ebraico (a Varsavia ci sono all'epoca 350.000 ebrei su 1.300.000 abitanti). Un quartiere affollato e povero, caratterizzato però da un'intensa vita culturale. Per esempio vi si trova la casa natale dello scrittore Isaac Bashevis Singer (1904-1991), che ebbe a scrivere: «La mia casa paterna in via Krochmalna a Varsavia era una casa di studio, un tribunale, una casa di preghiera, un luogo dove si narravano storie e si celebravano anche matrimoni e banchetti chassidici. (…) Ho ascoltato da mio padre rabbino e da mia madre tutte le risposte che la fede in Dio può suggerire a chi dubita o cerca la verità. Nella nostra casa e in molte altre case ho capito che i problemi eterni erano più attuali delle ultime notizie che si leggevano su un giornale yiddish».

La Casa dell’Orfano (Dom Sierot), fondata da Korczak e inaugurata il 27 febbraio 1913, è una vera e propria “società dei bambini”, organizzata secondo i principi di giustizia, fraternità, uguaglianza dei diritti e dei doveri tra alunni ed educatori. Le punizioni corporali vi sono bandite, come tutti i metodi violenti, che a quel tempo prevedevano anche la privazione del cibo. Korczak nel 1923 definisce tali metodi di correzione “punizioni criminali”. Nel 1914 viene richiamato in guerra e lascia per un periodo la direzione dell'orfanatrofio alla sua collega. Tra il 1915 e il 1917 lavora vicino a Kiev in un istituto ucraino per bambini. È qui che termina il suo lavoro pedagogico principale. Se fino a questo punto è stato nell'esercito russo, dal 1919 deve vestire la divisa dell'esercito polacco, contro la Russia. Lavora in un ospedale per malattie infettive di Łódz.

Nella Polonia tornata indipendente, Korczak si dimostra molto attivo in termini di iniziative e di pubblicazioni. Nel 1921 istituisce un Centro per le vacanze estive per i ragazzi della Casa dell'Orfano a Gocławek, vicino a Varsavia. Insegna ai bambini a occuparsi di giardinaggio e di agricoltura, teorizzando l'importanza del lavoro per la crescita. Pubblica anche numerosi libri per l'infanzia: Król Marcius Pierwszy (Il Re Mattia I) e Król Marcius na Wyspie Bezludnej (Il Re Mattia sull’Isola Deserta), entrambi del 1923. Ma ottiene il più grande successo con un testo per adulti e piccini: Kiedy Znów Będę Mały (Quando sarò di nuovo piccolo), libro prediletto tra gli altri dal futuro Premio Nobel per la poesia, Czesław Miłosz. Si tratta di una sorta di Peter Pan (1904), ma senza il rifiuto della maturità.

Nel 1926 crea una rivista per bambini come inserto del giornale ebraico, e inizia a collaborare con la radio dove dal 1934 terrà la rubrica “Piccole chiacchiere di un vecchio dottore”.

Nel 1929 pubblica il suo celebre manifesto dei diritti dei bambini: Prawo dziecka do szacunku (Il diritto del bambino al rispetto), un testo ancora insuperato. Inizia a insegnare Pedagogia all’Università libera di Varsavia e pubblica un “libro scientifico” dai contenuti molto avanzati: Prawidła życia (Le regole della vita). Nel 1931 mette in scena al Teatro Ateneum uno spettacolo satirico dirompente: Senat Szalenców (Il Senato dei folli), con il grande attore Stefan Jaracz nel ruolo principale, che le autorità comuniste del dopoguerra autorizzeranno a rappresentare solamente nel 1978.

Korczak nel giugno del 1934 si reca in Palestina, per andare a trovare i suoi vecchi alunni e collaboratori stabilitisi nel kibbutz di Ein Harod. In Israele sono sopravvissuti alcuni suoi studenti, da lui salvati, in quanto orfani, dalla strada e dalla delinquenza. Alcuni di loro lo hanno ricordato in opere scritte nel dopoguerra, evidenziando sempre la sua dedizione e la sua profonda preparazione sulle necessità e le potenzialità dei bambini.

Nel 1939, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nonostante svariati inviti a trasferirsi all'estero, il pedagogo rifiuta di lasciare i suoi bambini. Nell'ottobre 1940 i tedeschi ordinano a tutti gli ebrei di Varsavia di trasferirsi nel ghetto, che arriverà a contenere fino a 400 mila persone. Malgrado l’opposizione di Korczak, anche gli orfani di cui ha cura sono obbligati a dimorarvi. Vengono alloggiati nella vecchia Scuola di Commercio (ulica Chłodna, 33) dove nonostante l'isolamento e la reclusione i bambini vivono abbastanza protetti. Korczak procura loro il cibo al mercato nero e impiega tutta la sua influenza per ottenere dall'esterno i fondi necessari ad assicurare la sopravvivenza dei bambini. Dal 1941 l'orfanatrofio viene trasferito nel vecchio Club dei commercianti (ulica Śliska, 9) e le condizioni di vita dei bambini peggiorano.

Ora il ghetto è l'anticamera della deportazione nei lager. Quasi ogni giorno hanno luogo retate. Ormai malato, Korczak cerca di organizzare un alloggio di fortuna per i 600 bambini che affollano il suo rifugio, dove a partire dal maggio 1942, inizia a scrivere il suo diario notturno. Salvatosi miracolosamente dalla distruzione, questo diario viene pubblicato per la prima volta in Polonia nel 1958, a cura dello scrittore Igor Newerly, e costituisce una delle testimonianze più lucide e notevoli del Ghetto di Varsavia. Da esso veniamo a sapere che, su ispirazione del pedagogo, uno degli ultimi gesti collettivi dei suoi bambini, l’8 giugno, è di compiere un giuramento solenne di “coltivare l’amore per gli esseri umani, per la giustizia, la verità e il lavoro”. I bambini di Korczak hanno potuto preservare il senso di avere un futuro fino alla fine, “come se il Male non ci fosse e non li riguardasse”.

Il 18 luglio, prima che la Casa dell’orfano venga chiusa, Korczak fa mettere in scena ai suoi piccoli ospiti Il corriere dello scrittore indiano Robindranath Tagore, un autore vietato dalla censura nazista. È la storia di un bambino malato, rinchiuso nella propria cameretta, che muore sognando di correre per i campi: «per abituare i bambini ad accettare la morte serenamente». Korczak, pur essendo stato riconosciuto come polacco dalle autorità e autorizzato a non seguire i suoi bambini verso il campo di sterminio di Treblinka, sceglie di partire con loro. Muore, forse per il dolore, durante il trasporto, il 5 agosto 1942. 

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