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L'infermiera del Ghetto di Varsavia

Irena Sendler

Irena Sendler (Foto da Wikipedia)

Irena Sendler (Foto da Wikipedia)

Irena Sendler
Nasce a Varsavia nel 1910, fin da bambina trascorre molto tempo con i suoi coetanei ebrei e impara a parlare yddish. Durante l'università si oppone con forza alle persecuzioni antisemite. Quando scoppia la Seconda guerra mondiale soccorre gli ebrei, nel 1940 viene creato il Ghetto: quasi 400 mila persone sono costrette a vivere dentro le sue mura, sopportando la fame, in condizioni igieniche precarie e senza medicine.
Irena riesce ad ottenere un lasciapassare come infermiera: ufficialmente si dovrebbe occupare della disinfestazione, in realtà crea una rete di soccorso per gli ebrei, procurandogli cibo, medicine e abiti. Nel Ghetto indossa la stella di David, per confondersi tra la gente e in segno di solidarietà.
Nel 1942 nasce l'organizzazione clandestina“ Consiglio per l’aiuto agli ebrei” (Zegota)  e Irena diventa la responsabile del dipartimento infantile con il nome in codice di Jolanta.
Quando i tedeschi decidono di deportare tutti gli ebrei del Ghetto Jolanta si preoccupa dei più piccolI. vestita da infermiera fa fuggire i bambini, nascondendoli nelle ambulanze. A volte i ragazzini vengono sedati e rinchiusi in un sacco per farli uscire dal Ghetto, facendo credere alla Gestapo che siano morti di tifo.
Nel 1943 Irena viene arrestata e torturata per tre mesi senza che lei confessasse: i nazisti la condannano a morte trasferendola nel terribile carcere di Pawiak. Zegota corrompe un generale e la salva poco prima della fucilazione.
Dopo la fuga dalla prigione deve vivere in clandestinità ma questo non le impedisce di mettere in salvo altri bambini: ne ha messi al sicuro almeno 2500.
Viene perseguitata anche dai Servizi di Sicurezza comunisti: nel 1949 è arrestata e brutalmente interrogata, perché sospettata di nascondere membri dell’Esercito Partigiano (AK); in carcere perde un bambino nato prematuramente. Dal 1948 al 1968 è iscritta al Partito Operaio Unificato Polacco, da cui esce dopo nel 1968, in segno di protesta per le repressioni contro studenti ed intellettuali, e per la campagna antisemita lanciata dal governo Nel 1980 aderisce a Solidarność.


Una vita in un barattolo


La sua storia viene raccontata da un insegnante americano che fa mettere in scena ai suoi studenti un'opera teatrale Life in a jar (Una vita in un barattolo). Il titolo si riferisce al modo con cui Irena aveva conservato i nomi dei bambini salvati, interrandoli sotto un melo del giardino, chiusi in un barattolo di vetro, con i dati dei veri genitori e di quelli adottivi, insieme ad alcuni effetti personali. Al termine del conflitto la sua lista, consegnata ai leader della comunità ebraica, permise ai bambini di scoprire le proprie origini e ritrovare le famiglie. 
Irena è stata nominata Giusta tra le Nazioni. È scomparsa il 12 maggio 2008 e la sua morte ha commosso Varsavia.


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22 novembre 2011

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