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Arabi del Nord Africa

musulmani, funzionari, aristocratici

Tra i giusti. Storie perdute dell'Olocausto nei paesi arabi, ed. Marsilio, Venezia

Tra i giusti. Storie perdute dell'Olocausto nei paesi arabi, ed. Marsilio, Venezia

Storie segnalate di arabi che salvarono ebrei durante la Shoah
tratte dal libro di Robert Satloff Tra i Giusti. Storie perdute dell'Olocausto nei paesi arabi, Marsilio, Venezia, 2008

Taieb el-Okbi
Una delle fonti principali di simpatia verso gli ebrei tra la popolazione araba di Algeri era l'establishment religioso musulmano. Qui il punto di riferimento era Abdelhamid Ben Badis, il leader del partito Islah (riforma) algerino, un uomo molto aperto che diresse anche la Lega algerina dei musulmani e degli ebrei. Purtroppo egli morì nel 1940 e non poté prestare la propria forza e il proprio carisma alla reazione musulmana contro Vichy. A raccogliere il testimone sotto questo regime fu Shaykh Taieb el-Okbi, anch'egli un riformista molto legato agli ebrei più eminenti di Algeri, che donavano spesso fondi alle sue opere caritatevoli. El-Okbi mostrò la stoffa di cui era fatto all'inizio del 1942. Quando venne a sapere che i leader di un gruppo francese filofascista, la Legione francese dei combattenti, stavano incitando truppe musulmane a compiere un pogrom contro gli ebrei di Algeri, el-Okbi fece tutto il possibile per evitarlo, compreso emanare una proibizione formale.
Rispetto ai celebrati arcivescovi francesi Saliège e Gerlier, entrambi Giusti riconosciuti da Yad Vashem, a cui spesso viene paragonato, el-Okbi rischiò molto di più con la sua presa di posizione.

Khaled Abdul Wahab
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Si Kaddour ben Ghabrit (1868-1962)
Si Kaddour ben Ghabrit ha diretto la Moschea di Parigi fra il 1920 e il 1954 e durante la seconda guerra mondiale ha voluto farne un rifugio per le persone ricercate. Ha fatto passare per musulmani molti ebrei, ha integrato bambini ebrei all'interno di famiglie musulmane, ha nascosto perseguitati nei sotterranei e nei meandri della Moschea, ha modificato le lapidi del cimitero musulmano per dare ad alcuni ebrei le identità di persone decedute. Quando i tedeschi bussavano alla sua porta, li conduceva nella sala delle preghiere e ribadiva che si trovavano in un luogo di culto. Secondo alcune fonti ha salvato 500 persone, secondo altre 1.500. Il collegamento fra ben Ghabrit e i perseguitati era tenuto dal dott. Assouline, secondo cui le tessere annonarie procurate loro erano 1600. Le tessere annonarie erano assegnate una per persona. Per questo si pensa a un numero di salvataggi molto elevato.

Si Ali Sakkat
Un'altra storia di salvataggio che era andata completamente perduta è quella di Si Ali Sakkat, un nobiluomo tunisino erede di un'antica famiglia liberale. A un certo punto della guerra in Tunisia, sotto le bombe, una sessantina di lavoratori forzati ebrei riesce a scappare dal campo. Cercando rifugio, il gruppo si presenta davanti alla cancellata protetta della fattoria di Si Ali. Quest'uomo, che ha ricoperto anche funzioni ministeriali nel governo del suo Paese, non ha esitazioni e accoglie tutti i fuggiaschi dando loro alloggio e cibo e tenendoli al sicuro fino alla vittoria degli Alleati.

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