Il giornalista Fritz Michael Gerlich nacque il 15 febbraio 1883 a Stettin, in Germania. Convertito al Cattolicesimo fu un esponente della resistenza tedesca antinazista già negli anni '20, ed ebbe il coraggio di opporsi pubblicamente a Hitler.
La sua lotta contro il nazionalsocialismo fu condotta principalmente attraverso il giornale da lui pubblicato a partire dal 1932: “DerGerade Weg” (La retta via), con il sottotitolo “Periodico tedesco per la verità e la giustizia”.
Gerlich fu sostenitore, attraverso i suoi studi storici, del fatto che se il nazionalismo di per sé era stato già in passato un disastro per la Germania, combinato con l’ideologia hitleriana sarebbe stato una catastrofe non solo per il Paese ma per l’intera Europa.
Espose la sua verità contro il Reich in maniera forte e diretta, seppure ben consapevole dei rischi che stava correndo; definì il Führer un mentecatto, pubblicò su di lui vignette ironiche e provocatorie e fu quasi profetico nello scrivere: “Il nazismo è destinato a crollare molto prima del comunismo: il suo destino è scoppiare come una bolla di sapone, perché in nessuna parte del suo programma si ispira alle grandi correnti di pensiero dell’umanità”.
A poche settimane dall’ascesa al potere di Hitler, il 9 marzo, Gerlich fu arrestato dalle squadre d'assalto, le Sturmabteilungen di Ernst Röhm, e incarcerato a Monaco. Il suo giornale venne bandito quattro giorni dopo.
Torturato ferocemente dai suoi carnefici reagì dicendo: “Non mi uccido, sono cattolico”. Gerlich non ricevette alcuna accusa formale e non fu mai processato. Dopo 15 mesi di prigione, nella Notte dei Lunghi Coltelli, il 30 giugno del 1934, venne portato a Dachau e fucilato. Fu proibito ai giornali di darne notizia e alla moglie di pubblicare un annuncio funebre.
Segnalata da Ilsemarie Brandmair Dallera per il Monte Stella - cerimonia 2018