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Maria Lucia Vandone (Cicci) (1924)

Antifascista, salvò la vita di bambini ebrei a rischio della propria

Maria Lucia Vandone (Cicci)

Maria Lucia Vandone (Cicci)

Giorgio Paglia e Maria Lucia Vandone, da sempre per tutti “Cicci”, si incontrarono la prima volta nella primavera del 1940. Erano anni in cui lo scoppiò della guerra aveva tragicamente sconvolto la vita di un popolo. Giorgio era un giovane ragazzo che frequentava la scuola militare, figlio di un eroe fascista. Tuttavia, disapprovava con fermezza gli ideali del padre. Cicci, aveva appena concluso la maturità e non aveva alcuna intenzione di assistere passivamente alla tragedia che coinvolgeva la vita di tutti.

Giorgio e Cicci scelsero di andare contro il regime. Insieme frequentarono il salotto del conte Luchino dal Verme, il quale diventò capo partigiano nel Pavese.

A rischio della propria vita, idearono uno stratagemma per salvare alcuni bambini ebrei dalla persecuzione. Li nascondevano nell’appartamento preso in affitto da Paglia a Lanzo d'Intelvi, al confine con la Svizzera. I genitori la sera si presentavano lì con i figli e, nel cuore della notte, Giorgio e Cicci conducevano i bambini oltre il confine per consegnarli, insieme a del denaro, a un loro complice. Ne salvarono così una quindicina.

Nella primavera del 1944, Giorgio per sottrarsi ai bandi della repubblica di Salò, raggiunse le formazioni partigiane operanti nel Bergamasco. Nello stesso anno, anche Cicci si operò per la causa. Il vicedirettore della Banca D’Italia, amico intimo di suo padre, le concesse di utilizzare un ufficio, dal quale la ragazza collaborava con i partigiani della brigata Fiamme verdi e raccoglieva viveri e denaro per i combattenti.

Giorgio e Cicci si videro per l’ultima volta il 15 novembre del 1944.

Il 17 novembre del 1944 infatti, quando si trovarono nella Malga Lunga, nel Bergamasco, Giorgio e i suoi compagni furono catturati. Cicci avrebbe poi raccontato che Giorgio fu probabilmente tradito, e nonostante lo avesse capito non si nascose.

Di fronte al plotone di esecuzione, Giorgio Paglia decise di non abbandonare i propri compagni nonostante gli sarebbe stata concessa la grazia in onore alla medaglia d’oro del padre. Morì a soli 22 anni fucilato dai fascisti. Gli fu conferita la medaglia d’oro al valor militare alla memoria con la qualifica di partigiano combattente.

Cicci giurò a Giorgio che non avrebbe confidato a nessuno la loro storia, ma dopo alcuni anni si rese conto di quanto fosse importante raccontare. Da quel giorno, ha dedicato la sua vita a quei ricordi e ideali. Oggi, a 96 anni, ricorda la propria battaglia per la libertà accanto al partigiano Giorgio Paglia.

Segnalata da Mario Iavarone

Giardini che onorano Maria Lucia Vandone (Cicci)

Trovi un albero nel Giardino Virtuale Storie del Monte Stella.

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