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I 50 martiri che vogliono salvare il Giappone

accanto ai reattori di Fukushima

Ci sono cinquanta persone che stanno lavorando per salvare il Giappone e che probabilmente per questo moriranno presto. Sono i tecnici che stanno lavorando accanto ai reattori di Fukushima 1 cercando di raffreddarli.

Roberto Giovannini su La Stampa scrive: "Vicino al reattore 4 ieri si sono registrati livelli di radioattività pari a 400 millisieverts (mSv) per ora; secondo la World Nuclear Association un'esposizione superiore ai 100 mSv in un intero anno può portare allo sviluppo di un cancro. Ieri mattina, così, la Tepco ha deciso di allontanare dai reattori e dalle piscine di combustibile nucleare «spento» (ma altamente pericoloso) circa 750 degli 800 lavoratori impegnati nelle operazioni di contenimento dell’emergenza. In 50, invece, sono rimasti [...].

Un minatore di uranio è esposto a 20 mSv in un anno. Gli sfollati della zona di Cernobil ne subirono 350, sempre in un anno. 100 mSv annui sono considerati potenziali generatori di cancro. Una singola dose di esposizione di 1000 mSv può produrre nausea e perdita di capelli. Una singola dose di 5000 mSv ucciderà nel giro di un mese la metà delle persone esposte. Non sappiamo certo in questo momento quale sia la situazione a Fukushima, ma certo è che le protezioni disponibili - tute, maschere, stivali, lavaggi, turni continui a rotazione - non bastano. Un destino tragico, paragonabile a quello delle migliaia di martiri che dal 26 aprile al 10 maggio del 1986, quasi 25 anni fa, si sacrificarono per cercare di contenere le conseguenze della catastrofe di Cernobil".

16 marzo 2011

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