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Il Nobel per i diritti umani a Ilham Tohti

il professore uiguro condannato all'ergastolo da Pechino

Il Premio Martin Ennals, considerato il Nobel per i diritti umani, è stato assegnato al professore uiguro Ilham Tohti, studioso delle politiche etniche e religiose della Cina. Il nome di Tohti è stato anche inserito nella lista dei cinque finalisti candidati al Premio Sacharov 2016, che verrà annunciato il prossimo 27 ottobre.

Nella motivazione della giuria, formata da dieci organizzazioni che si occupano di diritti umani - Amnesty International, FIDH, Human Rights First, HURIDOCS, International Service for Human Rights, EWDE Germany, Front Line Defenders, Human Rights Watch, International Commission of Jurists e World Organisation Against Torture - si legge:
“Per due decenni ha incoraggiato il dialogo e la comprensione tra gli uiguri e cinesi Han. Ha rifiutato il separatismo e violenza e ha cercato una riconciliazione basata sul rispetto per la cultura uigura, che è stata oggetto di repressione religiosa, culturale e politica nella regione autonoma uigura dello Xinjiang”.

Nel 1994 Tohti è entrato nel mirino delle autorità cinesi per i suoi lavori sulle discriminazioni che avvenivano nello Xinjiang. Dal 1999 al 2003 è stato allontanato dall’insegnamento e gli è stato proibito di pubblicare i suoi scritti. Per questo motivo il professore si è “spostato” sul web, dove ha creato il sito uyghurbiz.net per incoraggiare il dialogo tra uiguri e cinesi. Le autorità hanno più volte oscurato la pagina e arrestato le persone che vi scrivevano, ma Tohti non ha mai abbandonato il suo lavoro. È stato per questo arrestato nel 2009, dopo aver condiviso informazioni sull’arresto e la sparizione di diversi uiguri che avevano manifestato contro il governo cinese.
Sottoposto più volte agli arresti domiciliari, nel 2014 Tothi è stato condannato all’ergastolo da Pechino con l’accusa di incitamento al “separatismo”.

Alla notizia della candidatura al premio, la figlia di Tohti ha dichiarato che l’unica arma del padre “nella sua battaglia per i diritti umani è stata la parola: pronunciata, scritta, diffusa e postata”.

Tra i finalisti del premio Martin Ennals figuravano anche Razan Zaitouneh, attivista per i diritti umani in Siria, rapita nel 2013 insieme a suo marito e ai suoi collaboratori, che nel 2015 Gariwo ha onorato con un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di Milano, chiedendone la liberazione insieme alla sorella Rana, e i blogger etiopi di “Zone 9”, che hanno documentato le violazioni dei diritti umani nel loro Paese e denunciato la situazione dei prigionieri politici.  

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