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Interventi sull'editoriale "La memoria universale"

di Gabriele Nissim

I Giusti: tra la mezzaluna e la stella


di Daniele Nahum, 20 gennaio 2009


Chi sono i Giusti tra le Nazioni? Tradizionalmente i Giusti sono quelle persone che, probabilmente alcune persino inconsapevoli di esserlo, sorreggono l'esistenza stessa del mondo. Sono cioè quelle persone che, ispirate da profondi e vissuti ideali di giustiza, fratellanza e solidarietà spendono in questo senso la propria vita, volgendo (e facendo volgere) così lo sguardo verso Dio. Dopo la Shoah, specie con l'istituzione di Yad Vashem, si intendono con questa espressione particolare tutte quelle persone non ebree che si opposero ai nazisti, alla barbarie, alla più intima e radicale negazione dell'Umanità, esponendo a grave rischio la loro stessa vita, salvando degli ebrei. Insomma, nella più fitta e desolante tenebra, essi sono come stelle. Nei vari Paesi in cui dilagò il male nazista alcuni musulmani, Giusti tra le Nazioni, si opposero a tutto questo e salvarono o permisero la fuga degli ebrei. ---Cosa testimonia questo oggi?-- Testimonia che è esistita ed esiste un'immagine ben diversa dell'Islam, rispetto a quella che ci viene spesso proiettata dai media. Testimonia che radicati in ogni essere umano vi sono valori imprescindibili che occorre riconoscere e che a gran voce occorre difendere. Testimonia che alcune persone si sono assunte proprio questo onere, quando non era affatto comodo, sicuro, scontato.

E questa è una lezione di morale e di civiltà profonda che dobbiamo ricordare, affidandola alla memoria e alla nostra capacità di costruire responsabilmente il presente, promuovendo il reciproco rispetto e la pace, di generazione in generazione, come si è soliti dire nella Tradizione Ebraica. Ecco, quindi, spiegata la presenza ufficiale dell'UGEI in questa iniziativa, per sensibilizzarci tutti, specie i giovani nelle cui mani scorrono le fila dei futuri possibili.


I Giusti ottomani per gli armeni


di Pietro Kuciukian, 5 gennaio 2009


Il silenzio più grave prima durante e dopo i genocidi del ventesimo secolo è nel silenzio dei comportamenti, negli atti di omissione, nell’incapacità degli uomini di riconoscere e reagire al male inferto ad altri uomini. Valorizzare le figure di coloro che durante le azioni genocidiarie e le pulizie etniche hanno preservato il sentimento di prossimità all’altro, dissociandosi dall’individuazione del “nemico”, disobbedendo e reagendo con atti di soccorso e di denuncia, significa offrire un esempio per ritrovare la fiducia nell’uomo e avvicinare i popoli. Serve ai sopravvissuti per non diventare schiavi del risentimento e ai governi per rivedere culture, società e istituzioni che hanno alimentato la zona grigia. Questo è il modo migliore per onorare la Giornata della Memoria.

L’iniziativa organizzata a Milano per il 23 gennaio 2009, che ha per titolo “Come vedere il nemico con gli occhi dell’amico” va in questa direzione. Per quanto riguarda il genocidio armeno, gli studi più avanzati di questa modalità di opporsi al male, dissociandosi e disobbedendo, sono stati condotti dallo storico Raymond Kévorkian, uno dei relatori presenti all’iniziativa, professore all’ Istituto francese di geopolitica alla Sorbonne (università Paris -VIII -Saint Denis), autore di numerose opere dedicate alla storia moderna e contemporanea dell‘Armenia e degli armeni.


Kévorkian ha raccolto le storie dei Giusti ottomani, dei sudditi turchi che durante il genocidio degli armeni portato a compimento nel quadro della prima guerra mondiale per ordine dei triumviri del governo dei Giovani Turchi hanno disobbedito continuando a guardare “il nemico” con gli occhi dell’amico. Ha analizzato le fonti e documentato le loro azioni. Sono “Giusti fuorilegge” che si sono opposti al male.


La riuscita del progetto genocidiario del triumvirato dei Giovani turchi, dei loro collaboratori e dei membri dell’Organizzazione Speciale (Teckilât i Mahsusa) dipendeva dalla fedeltà e dall’adesione ad esso dei funzionari che rivestivano ruoli chiave nelle istituzioni e nelle amministrazioni: notabili locali, ufficiali dell’esercito, capi tribù curdi, arabi, beduini, ceceni, circassi, popolazioni locali, vicini di casa degli armeni. Dopo la presa del potere nel 1908, il Comitato Unione e Progresso (Ittihad ve Terraki) ha lavorato per eliminare, prima ancora dei supposti nemici armeni fino ad allora “nazione fedele” (myllet sadika), ogni opposizione interna al fine di garantirsi nei ruoli dell’amministrazione, dell’esercito, dell’Organizzazione Speciale, la presenza di persone interamente votate all’ideologia nazionalista e panturchista. Tuttavia l’adesione all’apparato oppressivo non è mai totalmente compatta. Anche nel caso armeno funzionari ottomani e persone semplici hanno trasgredito agli ordini e le loro azioni appaiono oggi tanto più meritorie in quanto rischiavano non solo di essere destituiti e perseguiti, ma di pagare con la vita la scelta di non collaborare, come è accaduto ad alcuni.
Tra le figure di Giusti ottomani Kevorkian ricorda quelle di Ali Souad bey, Naim Sefa bey, Selim aghà, Rachid bey, Hüseyn Nesimi bey, Nadji bey e tanti altri. Tra tutti valga l’esempio del sindaco di Malatia, Mustafa aghà Azizoglou. Si tratta di un vero e proprio “caso” che induce a riflettere sul significato del concetto di giusto. Mustafa aghà Azizoglou aveva cercato di fermare i massacri e protetto in casa più di quaranta armeni. Fu rimosso e poi ucciso da uno dei suoi figli militante nel partito dei Giovani Turchi. Per il figlio di Azizoglou, giusto non era chi aveva salvato gli armeni, ma chi aveva posto l’interesse dello stato al di sopra di tutto.


 Raymond Kévorkian osserva che è difficile parlare di giusti in Turchia sulla base del significato che noi attribuiamo al termine, difficile raccogliere le storie dei giusti del genocidio armeno là dove la “ragion di stato” è messa al primo posto. Eroi nazionali coloro che hanno ripulito l’Anatolia dall’elemento autoctono, ma non giusti; martiri e santi coloro che si sono immolati per non rinunciare al loro credo, ma non giusti; giusti coloro che hanno anteposto allo Stato, a Dio, la dignità di uomini: sopravvivere dopo aver assistito all’opera del male senza reagire non consentiva più di vivere dignitosamente, di conservare l’identità precedente all’orrore. Difficile ma non impossibile individuare, ai fini della riconciliazione e della ripresa del dialogo tra i popoli, coloro che “salvando una persona, hanno salvato il genere umano nella sua interezza”.


GARIWO Sarajevo. Gardens of the Righteous Worldwide


di Svetlana Broz, 14 gennaio 2009


GARIWO Sarajevo e' un'organizzazione non governativa laica, apartitica e aconfessionale che dal 2001 opera in Bosnia ed Erzegovina come parte integrante della rete internazionale ''Gardens of the Righteous Worldwide“ fondata a Milano dallo scrittore Gabriele Nissim e dal medico Pietro Kuciukian. Oltre al continuo lavoro di ricerca sui Giusti di tutte le guerre della ex-Jugoslavia l’organizzazione si pone come obiettivo anche quello di promuovere e diffondere i valori del coraggio civile tra le giovani generazioni.
Il coraggio civile, inteso some capacità individuale di reagire, opporsi o disobbedire a tutte quelle autorità negative che calpestano i diritti fondamentali dell’uomo, rappresenta il vero antidoto all’apatia sociale, conformismo, intolleranza e nazionalismo che ancora oggi, a quattordici anni dalla fine della guerra, contraddistinguono la maggior parte dei rapporti politico-sociali nelle ex repubbliche jugoslave.
La ONG GARIWO Sarajevo è convinta che solo educando le giovani generazioni ai valori del coraggio civile si incoraggia lo sviluppo di una società resistente, si stimola il senso critico dei cittadini e si rinforza la convivenza interetnica e intereligiosa, componenti essenziale per una pace stabile e duratura in tutta la regione.


Dal 2005 la ONG GARIWO Sarajevo porta avanti un specifico programma di educazione volto ad avvicinare ed educare i giovani della Bosnia ed Erzegovina al coraggio civile. Il programma ha come obiettivo principale quello di valorizzare gli esempi storici del coraggio civile, stimolare il pensiero critico dei giovani e responsabilizzarli affiche diventino cittadini attivi, insegnare loro come gli atti del coraggio civile possono contribuire al consolidamento della democrazia e della pace.

Attività della ONG GARIWO Sarajevo dal 2005 al 2008: 200 conferenze, dibattiti pubblici e lezioni in 75 città della Bosnia ed Erzegovina alle quali hanno partecipato più di 35.000 cittadini 10 scuole di coraggio civile settimanali alle quali hanno partecipato 218 studenti, provenienti da 75 città di 5 paesi diversi. 1 seminario di tre giorni sulla documentazione del coraggio civile frequentato da 40 studenti 1 seminario di tre giorni sulla dimostrazione pratica del coraggio civile, frequentato da 53 studenti 10 tavole rotonde organizzate in collaborazione con gli ex studenti delle scuole di coraggio civile (970 partecipanti) 5 azioni ecologiche organizzate in collaborazione con 200 ex studenti delle scuole del coraggio civile 3 ONG sono state fondate dagli ex studenti delle scuole di coraggio civile 54 eventi pubblici durante la promozione del libro Ruanda tra oblio e riconciliazione di Klaas de Jonge 56 eventi pubblici durante la promozione del libro Il Tribunale del Bene di Gabriele Nissim.


Più di 50.000 libri sul coraggio civile sono stati distribuiti gratuitamente a tutti gli studenti e cittadini che hanno preso parte alle attività della organizzazione: 35.000 copie del libro Imam Petlju (Having what it takes) – saggi sul coraggio civile 1.500 copie del libro Koracaj – raccolta di saggi sul coraggio civile scritti da 53 partecipanti alle scuole di coraggio civile
1.500 copie del libro Michael Laspley, Priest and Partisan – an South African Story di Michael Worship 1.500 copie del libro Il tribunale del bene di Gabriele Nissim 1.500 copie del libro Ruanda tra oblio e riconciliazione di Klaas de Jonge
1.500 copie del libro Search of Non Violent Future di Michael Nagler 7.500 copie del libroSeven steps of Non Violent Action di Michael Nagler 1.500 copie del libro Ucitelj s ljubavlju di Lazar Manojlovic 1.500 copie del libro I giusti al tempo del male di Svetlana Broz
Dal 2005 ONG GARIWO Sarajevo ha avuto più di 700 passaggi nei media: Media in Bosnia and Erzegovina: 127 apparizioni sulla stampa 267 apparizioni in TV e Radio
Media internazionali. 83 apparizioni. Attività in corso 30 lezioni e dibattiti sul coraggio civile e la non violenza.


Ampliamento della collana dei libri sul coraggio civile “Question of All Questions” - nel 2009 saranno pubblicati due nuovi volumi Gestione dei siti internet: - www.gariwo.org - www.imampetlju.net - www.svetlanabroz.org Ampliamento della rete giovanile Imam Petlju Club in tutta la Bosnia ed Erzegovina Progettazione del Centro per il Coraggio Civile - il centro avrà una dimensione regionale e lavorerà in stretto contatto con il Ministero dell’Educazione della Bosnia ed Erzegovina. Sarà composto da un dipartimento educativo, centro di documentazione e ricerca, museo e giardino dei Giusti Assegnazione del premio al coraggio civile “Duško Kondor”
- la prima cerimonia ha avuto luogo il 22 febbraio del 2008, l’anniversario della uccisione di Duško Kondor 13.500 firme raccolte come sostegno alla proposta di legge d’iniziativa parlamentare per proibire tutte le organizzazioni e simboli fascisti e neofascisti. Collaborazione con istituzioni e ONG locali ed internazionali Accoglienza e collaborazioni con gli tirocinanti di tutto il mondo.


Attività e progetti 2009 – 2011 100 lezioni, conferenze, dibattiti e tavole rotondo sul tema del coraggio civile 20 seminari intensivi e interattivi sul coraggio civile - saranno organizzati sia i seminari base (durata 8 giorni) che quelli avanzati (durata 3 giorni) Implementazione del progetto “Through Books Towards Civil Courage” - il progetto prevede la distribuzione gratuita di 35.000 copie di 10 libri sul coraggio civile in tutte le biblioteche della Bosnia ed Erzegovina (280 biblioteche delle scuole superiori, 119 biblioteche universitarie e 188 biblioteche pubbliche). La distribuzione sarà accompagnata da seminari, scuole estive di coraggio civile, pubblicazione dei saggi scritti dagli studenti, tavole rotonde e 520 trasmissioni radiofoniche sul tema del coraggio civile.


Il lavoro della ONG GARIWO è stato possibile grazie alle generose donazioni delle seguenti istituzioni: Internazionali: Ministero degli Affari Esteri del Regno della Norvegia, L’Ambasciata del Regno della Norvegia in Bosnia ed Erzegovina, OSCE Bosnia and Erzegovina L’Ambasciata del Canada in Bosnia ed Erzegovina, L’Ambasciata della Svizzera in Bosnia ed Erzegovina Agenzia svizzera per lo sviluppo e la cooperazione UN Locali: Municipalità Novo Sarajevo, Comune di Sarajevo, Comune di Tuzla.


Elenco partner internazionali: 60 università europee e statunitensi, 52 ONG internazionali dagli USA, Africa e Europa 8 case editrici e 5 redazioni giornalistiche, 20 Istituzioni educative e culturali in Europa 5 Municipalità Elenco partner locali: L’Accademia delle Arti e delle Scienze della Bosnia ed Erzegovina 5 Università,19 Facoltà 55 Scuole Superiori 5 Scuole d’obbligo 56 ONG della Bosnia ed Erzegovina.
ONG GARIWO ha firmato il memorandum di collaborazione con: Ministero dell’Istruzione della Federazione della Bosnia ed Erzegovina Ministero dell’Istruzione della Republika Srpska Ministero dell’Istruzione del Cantone di Sarajevo

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