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"I bambini soldato, al tempo stesso vittime e colpevoli"

Jonathan Littell sui bambini soldato dell'Uganda

Jonathan Littell non è solo l'autore di libri come Le Benevole, dove si cerca di indagare il passato nazista creando un protagonista che fa parte delle truppe d'occupazione tedesche, invece di una vittima come in quasi tutti i volumi sulla Shoah. Ora è andato ancora controcorrente occupandosi di un dramma attuale, quello dei bambini soldato reclutati in Uganda dal signore della guerra Joseph Kony, che sono contemporaneamente vittime e carnefici dei terribili crimini che si verificano in Africa centrale. Stavolta lo strumento d'indagine non è il romanzo, ma il film. A Littell regista è dedicata un'intervista della Zeit di cui proponiamo alcuni stralci particolarmente salienti. 

ZEIT ONLINE: Signor Littell, oltre a essere l'autore de Le Benevole, nel quale ha raccontato una storia reale con fatti e persone del nazionalsocialismo attraverso un prsonaggio fittizio, Lei lavora anche da anni in zone  di crisi come la Cecenia, l'Afghanistan e la Siria. Il suo primo film documentario, Wrong Elements, si ambienta quindi in Uganda,  dove durante la guerra tra il governo e l'esercito ribelle di Joseph Kony, LRA,  sono state uccise più di centomila persone. Che cosa la spinge a occuparsi sempre del tema della violenza politica? 

Jonathan Littell: Bisogna distinguere. In Cecenia e Afghanistan ho lavorato per organizzazioni umanitarie, in Siria sono stato anche come giornalista. In Uganda ho realizzato un film, ma non di tipo giornalistico. E' un film che affronta determinate questioni morali, come quando i perpetratori sono anche vittime.

ZEIT ONLINE: Nelll'elaborazione dei crimini di guerra spesso vengono interpellate solo le vittime, mentre i perpetratori spesso tacciono per paura di essere puniti. Come mai in Uganda succede qualcosa di diverso?

Jonathan Littell: I combattenti dell'LRA sono stati rapiti in giovanissima età e poi costretti a commettere crimini indescrivibili. E' come se fossero già stati giudicati. Dopo la guerra spesso sono stati graziati, perché li si vedeva come vittime. L'esempio forse più evocativo è Dominic Ongwen, che è stato rapito a 14 anni, ma qualcuno dice forse addirittura a 8 o 9, e poi ha fatto carriera nell'LRA, fino a diventarne un dirigente. Lui è il caso più eclatante che si possa analizzare.

ZEIT ONLINE: In che senso?

Littell: Ha commesso crimini gravissimi, ha ordinato migliaia di uccisioni e ha perfino ucciso con le sue mani. Per la sua brutalità era temuto oltre i confini dell'Uganda. Ma anche lui è stato rapito da bambino. Quando ho parlato con lui, mi è sembrato una persona addirittura simpatica e alla mano. Questo è particolarmente strano. 

ZEIT ONLINE: Dominic Ongwen dopo alcuni anni nella LRA si è consegnato al regime ugandese. Nel suo film si vede come questo dia luogo a un processo molto burocratico, quasi kafkiano. Lei crede che abbia capito quello che gli è capitato?

Littell: Sì e no. Il governo ugandese non gli ha raccontato tutto del suo futuro quando si sarebbe consegnato, per spingerlo a farlo. Ma lui non è stupido. Era cosciente di ciò che lo aspettava. Ai normali combattenti dell'LRA è stata concessa l'amnestia, perfino quando avevano preso parte ai crimini di guerra, e naturalmente Ongwen aveva sperato di beneficiarne anche lui, anche se era cosciente che in quanto comandante le cose sarebbero potute andare diversamente. In ogni modo non aveva scelta, perché Joseph Kony ormai pianificava di ucciderlo.

ZEIT ONLINE: Questa scena è l'unica del film in cui interviene la comunità internazionale, agendo in questo modo burocratico e assieme dubbio.

Littell: Questa è la realtà. Per la consegna sono stati impiegati ufficiali di tutti i Paesi: un colonnello dal Sudan, un paio di americani, per fino alcuni inviati della corte internazionale dell'Aja, che tuttavia avevano il volo subito dopo per ragioni diplomatiche. Si è trattato di un caos abbastanza interessante.[...] La comunità internazionale è anche intervenuta molto tardi in questo conflitto, soltanto nel 2003. E poi come sempre ha cercato di non impegnarsi a livello politico, il che ha solo peggiorato la situazione. Per fare un esempio, il governo ugandese per proteggere la popolazione dal 1996 ha evacuato intere strisce di terra nel nord del Paese, mettendo tutti in dei lager. Qui è stato sterminato il popolo Acholi, come ha testimoniato anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, e questa situazione, che ha fatto sì che gli acholi si sentissero colpiti anche dal governo e non solo dallo LRA, non è stata affatto risolta dall'invio di aiuti umanitari da parte della comunità internazionale.

ZEIT ONLINE: Nel suo film gli ex guerriglieri della LRA raccontano come provassero piacere ad attaccare questi lager non protetti e a saccheggiare gli aiuti umanitari. Ogni consegna di questi pacchi per loro dev'essere stata una festa.

Littell: Era proprio così. In questo conflitto anche l'LRA ha beneficiato degli aiuti internazionali. La comunità degli Stati è stata in ogni caso fortemente coinvolta nel conflitto, anche se le priorità dell'Occidente erano altrove. 

Oggi, tutto questo potrebbe succedere o forse sta già succedendo in Paesi come la Siria. Per questo le denunce come quella di Littell sono importanti.

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