Quella ricerca e riflessione che Pollack iniziò negli anni Ottanta, con il libro reportage autobiografico Il morto nel bunker (pubblicato da Bollati Boringhieri, nel 2008, e recentemente ripubblicato da Keller editore), dove raccontava le indagini sul suo padre naturale, un ufficiale nazista austriaco particolarmente fanatico e feroce, ritrovato ucciso dopo la guerra (in un bunker in Alto Adige), continua oggi con Topografia della memoria (trad. di Melissa Maggioni, Keller editore, Rovereto 2021): saggi, articoli interventi (accompagnati da fotografie e documenti) sui luoghi dell’Europa Centrale dove si sono svolte tragedie, con pochi testimoni sopravvissuti e pochissimi documenti che ci possano aiutare a ricostruire una difficile Memoria.
Pollack mostra quanto sia importante confrontarsi con il passato senza preconcetti e occhiali altrui che non acuiscono la vista, anzi la offuscano facendo apparire gli eventi sotto una luce colorata, qualche volta di un rosa ottimista, altre di un grigio triste, a seconda della posizione del momento. Non c’è modo di aggirare il confronto con la Storia. Le scorciatoie si dimostrano sempre vicoli ciechi: “La linea di confine tra colpevoli e vittime, è stata spesso, soprattutto all’Est, fluttuante, oggi colpevoli e domani vittime e viceversa”.
Tutte le storie devono essere raccontate, nessuna tragedia va taciuta: “ma mentre lo facciamo non dobbiamo mai perdere l’obiettivo: comprendere l’Altro, accettarlo così com’è, con tutto il peso della sua storia”.
Francesco M. Cataluccio, Responsabile editoriale della Fondazione Gariwo