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Intervento di Gabriele Nissim al convegno "Mai più genocidi"

Giornata dei Giusti 2022

Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, è intervenuto al convegno a Palazzo Marino "Mai più genocidi. Il comandamento morale dei Giusti” organizzato dall'Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano (di cui la Fondazione Gariwo fa parte insieme al Comune di Milano) in occasione delle celebrazioni per la Giornata dei Giusti dell'umanità 2022.

Di seguito il testo completo dell'intervento: 

Ci siamo ispirati, in questi venti anni, a due uomini che hanno segnato la storia dei Giardini e della Giornata dei Giusti.

A Moshe Bejski, che aveva capito che parlare dei Giusti significava non discutere di poche persone, ma della possibilità di scelta di ogni essere umano nei confronti del male. Per questo, egli evitava di parlare di santi ed eroi, la persona giusta era quella che con la sua coscienza era capace di rompere il muro dell’indifferenza. Una possibilità alla portata di tutti sempre e ovunque.

Bejski era un pescatore di perle che, come Vasily Grossman, riteneva che anche dopo i momenti bui bisognasse essere capaci di salvare l’umano nell’uomo e farlo conoscere a tutti.

I Giusti, che Bejski definiva l’élite morale dell’umanità, dovevano entrare nella storia e diventare un esempio di emulazione per la società. Bejski riteneva che un uomo giusto dovesse essere aiutato e sostenuto, perché da solo non poteva resistere, per via della sua fragilità. La sua forza era il riconoscimento degli altri. Per questo, se la prendeva con l’ingratitudine di chi li dimenticava. È lo stesso concetto espresso da papa Francesco, che, quando chiede di pregare per lui, chiede di essere aiutato.

Da Moshe Beski, abbiamo esteso il concetto di Giusto a ogni crimine contro l’umanità.

Come ha sostenuto Yehuda Bauer, il male non è mai unico, nemmeno il più terribile della Shoah, perché si può sempre ripetere. E il male ha diverse forme. Per questo, ogni volta la categoria dei Giusti si rinnova. Acque sempre diverse scorrono negli stessi fiumi diceva Eraclito, ciò vale anche per le caratteristiche dei Giusti.

Esistono quindi i Giusti per gli ebrei, per gli armeni, per i ruandesi, per i cambogiani, per gli ucraini. Direi anzi che i Giusti non hanno confini e sono sempre per la difesa di tutta l’umanità.

Raccontando e divulgando le loro storie, cerchiamo di educare la società e creare un movimento di emulazione attorno al bene e all’idea di responsabilità.

Sono gli esempi morali che possono cambiare le persone.

Il secondo riferimento è quello di Raphael Lemkin, l’ebreo polacco che durante la Shoah ha coniato la parola genocidio e ha creato un nuovo comandamento morale votato dalle Nazioni Unite con una convenzione nel 1948.

Egli aveva un sogno: ogni essere umano di fronte ad un crimine contro la dignità umana non doveva essere lasciato solo, come Antigone che si era appellata alle leggi non scritte degli dei, ma doveva contare su una legge morale riconosciuta a livello internazionale.

Lemkin, che fu uno dei primi che comprese le intenzioni di Hitler nel 1933 e si scandalizzò per l’impunità della Turchia dopo il genocidio armeno, dopo la distruzione del suo popolo e la fine tragica della sua famiglia, comprese che l’unico riscatto possibile per le vittime fosse quello di impegnarsi per la prevenzione dei genocidi dopo la Seconda guerra mondiale. Fare memoria non era sufficiente se l’umanità non costruiva delle strutture e dei percorsi per la prevenzione dell’odio.

Sosteneva che punire i carnefici e ricordare le vittime accadeva troppo tardi, perché il male andava interrotto al suo nascere. 

Noi abbiamo preso come riferimento la Convenzione delle Nazioni Unite promossa da Lemkin, perché vogliamo che ogni Giardino in Italia e nel mondo diventi lo strumento culturale per la prevenzione dei genocidi e di ogni atrocità di massa.

Sono i Giardini dei Giusti che devono fare vivere il nuovo comandamento morale voluto da Lemkin.

Non dobbiamo dimenticarci che il male, come diceva Agnes Heller, si manifesta in un viaggio verso l’abisso che passa attraverso diverse stazioni. All’inizio non sembra mai così grave, ma poi se non interrotto diventa inarrestabile.

Stiamo lavorando perché il nostro Paese, unendosi a tutti i Paesi europei, alle comunità ebraiche, armene, ruandesi, diventi la colonna morale della convenzione contro i genocidi voluta da Lemkin.

Gabriele Nissim, presidente di Gariwo 

3 marzo 2022

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