Sopravvissuta al genocidio contro i Tutsi in Ruanda, nonostante le minacce e l’uccisione di sua figlia e suo marito scelse di collaborare nel processo Akayesu, contribuendo alla prima condanna al mondo per genocidio.
Oggi è ancora impegnata nella cura delle donne vittime di violenza e nella riconciliazione fra hutu e tutsi.