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Le Nazioni Unite per i Giusti

le parole di Alice Wairimu Nderitu, Consigliere speciale per la prevenzione dei genocidi

"La Giornata dei Giusti rende omaggio a quanti hanno salvato vite durante la Shoah, durante i genocidi e i crimini contro l’umanità. Sono particolarmente onorata di sostenere l’importanza di celebrare l’esempio dei Giusti del passato e del presente, poiché l’ufficio del Consigliere speciale per la prevenzione dei genocidi è stato creato per rispondere a quei casi nella Storia in cui sono state compiute azioni mirate con lo scopi di distruggere particolari gruppi di persone. Nel celebrare la Giornata dei Giusti ricordiamo che giungere in aiuto degli altri e difendere la verità costituiscono una delle più alte aspirazioni che possiamo avere collettivamente, ma rappresentano anche un bisogno urgente, in un momento in cui curare le ferite del nostro mondo sofferente è diventato più critico che mai". Un messaggio toccante da Alice Wairimu Nderitu, Consigliere speciale per la prevenzione dei genocidi, che ricorda anche l'esempio di Dag Hammarsjkold, dal 5 marzo Giusto al Giardino di Milano.

Pubblichiamo, di seguito, la trascrizione integrale del discorso di Alice Wairimu Nderitu:

È un onore per me partecipare e intervenire in questa occasione a nome delle Nazioni Unite in occasione della Giornata dei Giusti dell’umanità, una Giornata che rende omaggio a quanti hanno salvato vite durante la Shoah, durante i genocidi e i crimini contro l’umanità. Sono particolarmente onorata di sostenere l’importanza di celebrare l’esempio dei Giusti del passato e del presente, poiché l’ufficio del Consigliere speciale per la prevenzione dei genocidi è stato creato per rispondere a quei casi nella storia in cui sono state compiute azioni mirate con lo scopo di distruggere particolari gruppi di persone.

Nel celebrare la Giornata dei Giusti ricordiamo che aiutare gli altri e difendere la verità costituiscono due delle più alte aspirazioni che possiamo avere collettivamente, ma rappresentano anche un bisogno urgente, in un momento in cui curare le ferite del nostro mondo sofferente è diventato più critico che mai.

Oggi celebriamo anche la responsabilità che tutti abbiamo di costruire un mondo in cui l’inclusione sia la norma, piuttosto che l’eccezione. Tutti noi siamo voci nel mare per plasmare il futuro dei Paesi affinché emergano punti di convergenza e non linee di divisione, dove non si tema la diversità, dove la promozione e la protezione dei diritti umani diventi una luce guida sia per chi occupa posizioni di potere che per ogni singolo individuo.

Oggi onoriamo Dag Hammarskjold, come uno degli individui che ha incarnato gli ideali di responsabilità, tolleranza e comprensione. Questi sono valori di cui il mondo ha estremamente bisogno. Dobbiamo fare del nostro meglio per alimentare, supportare e promuovere questi valori. Come molti di voi sanno, Dag Hammarskjold è stato Segretario generale delle Nazioni Unite dal 1953 al 1961, scomparendo in un tragico incidente aereo in quella che era la Rhodesia del Nord - ora Zambia - dove si trovava per negoziare un cessate il fuoco nell’ex Congo, territorio che ora è la Repubblica Democratica del Congo. È stato l’unico caso nella storia in cui è stato assegnato un Premio Nobel per la pace postumo, per ottime ragioni.

È stato scritto molto circa la sua opera e la sua eredità. Per noi alle Nazioni Unite il suo mandato come Segretario generale ha posto le fondamenta della maggior parte di quello che l’Organizzazione sarebbe diventata negli anni successivi. Ha lottato per l’indipendenza della nostra Organizzazione nei suoi primi anni di vita, in un momento in cui era difficilissimo dimostrare l’impegno delle Nazioni Unite verso l’intera umanità, piuttosto che verso gruppi ristretti di Stati e individui. Il suo comportamento rispecchiava ciò che lui si aspettava dal personale civile delle Nazioni Unite. Ha lottato perché ognuno di loro avesse lo spazio e gli strumenti per fare questo lavoro in modo imparziale, e affinché la Carta delle Nazioni Unite e i suoi principi fossero l’unica forza a guidarli.

Credeva fortemente che tutte le Nazioni fossero uguali e combatté per preservare i diritti di ognuna di loro, non solo nell’interazione nei corpi e negli organi delle Nazioni Unite, ma anche nell’abilità di dirigere e contribuire all’agenda collettiva dell’intera umanità. La sua tragica morte avvenuta mentre prestava servizio probabilmente mostra più di qualunque altra cosa il suo coraggio e il suo impegno per uguaglianza, pace e umanità.

Dag Hammarskjold venne descritto dai suoi contemporanei come un vero umanista, una persona che ha cercato e trovato la bellezza in diverse manifestazioni dell’arte, che ha manifestato un profondo apprezzamento per il valore della diversità e che ha messo in risalto l’apporto delle differenti culture nel cammino collettivo di un’unica umanità.

La sua spiritualità fu la forza trainante in quasi tutto quello che fece e la sua vita incarnò la forte convinzione che non basta essere tolleranti (nel senso di tollerarci a vicenda) ma che dobbiamo sforzarci di accogliere le aspirazioni, le speranze e le credenze di ciascuno, lavorando insieme per realizzarle.

Oggi, come ai tempi di Dag Hammarskjold, questi ideali rimangono tanto elusivi quanto essenziali. La sua vita e il suo servizio fungono da guida morale per tutti noi.Mentre parlo con tutti voi oggi, a nome delle Nazioni Unite, rifletto sull’importanza di questi valori in connessione allo specifico mandato che ricopro: quello della prevenzione dei genocidi.

Nella prevenzioni di questi indicibili crimini non c’è nessuna forza più potente dell’inclusione, del rispetto, dell’accoglienza della diversità e della volontà di costruire un futuro comune e prospero, libero dall’odio e dalla discriminazione in tutte le loro forme. Il monito di Dag Hammarskjold e di tutti i Giusti costituisce una chiamata al dovere, alla quale dobbiamo rispondere.

Rispetto al mio mandato specifico, so che in Italia la responsabilità democratica dei cittadini ha portato a discussioni parlamentari sulle opzioni per rafforzare il sistema di prevenzione dei genocidi, come redigere un report parlamentare e incaricare un advisor sul tema.

Queste sono misure che incoraggio per tutti gli Stati in quanto portatori della responsabilità primaria di proteggere le loro popolazioni e gestire la diversità in modo costruttivo. Sono pronta ad appoggiare tutti questi sforzi, che saranno necessari

Ma permettetemi di concludere questo intervento con un appello diretto alle nuove generazioni, per le quali il significato di questo giorno è molto importante. Saranno loro che dovranno portare avanti la battaglia dei Giusti che oggi onoriamo.

A loro dico: “Siate umanisti, opponetevi al razzismo e all’odio, costruite inclusione, perseguite l’educazione e la conoscenza: sono delle risorse estremamente potenti”.

L’educazione e la conoscenza aiutano a far fronte al razzismo e alla discriminazione, ci danno gli strumenti per valorizzare e rispettare non solo ciò che ci è più vicino ma anche quello che ci appare differente o distante, espandono i nostri orizzonti, alimentano la nostra curiosità e ci rendono sempre più affamati di conoscenza. Ci rendono umani e costruiscono le nostre comunità.

Quando l’odio e l’esclusione trionfano, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per combattere per la compassione e l’unità: la divisione non deve vincere, la pace e la riconciliazione devono prevalere. Il mondo ha bisogno di ponti per unire le persone, i cittadini, gli Stati e per superare tutti i tipi di barriere.

Ascoltate la voce di tutti i costruttori di pace nel mondo, e unitevi a loro nel lavorare incessantemente per rendere il mondo un posto migliore. Questo è esattamente quello che i Giusti hanno fatto. Concedeteci di onorarli con le nostre parole e, più importante, con le nostre azioni ogni giorno. Grazie davvero.

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