NOVE ARTISTI PER IL GIARDINO DEI GIUSTI DI TREVI

di Nerina Marzano, 9 aprile 2018



I ragazzi della scuola secondaria di I grado di Trevi hanno pensato di raccogliere le 20 biografie dei giusti dei due anni di cammino di pace, insieme alla motivazione della scelta, in un “Quaderno aperto del bene” che realizzeranno a breve. Hanno pensato di impreziosire con una copertina d’autore questo libro di buoni esempi, che sperano di poter arricchire, ogni anno, con altre storie di buoni valori. E' nato così il concorso che è stato aperto a tutti gli artisti umbri e non solo. La scuola regala sogni e valori e ringraziamo i nove artisti che, a titolo gratuito, hanno voluto condividere questi valori insieme ai ragazzi. Le opere pervenute diventeranno patrimonio della nostra scuola, a ricordo di questa giornata. La scultura di MANUELA CANNELLI troverà collocazione nel giardino dei giusti di Trevi. Ecco i nomi dei novi artisti che hanno preso parte al concorso:

La giuria dei ragazzi ha decretato la vittoria di Giuliana Baldoni

Alcuni artisti hanno poi voluto commentare le loro opere.

FRANCO TACCOGNA COMMENTA LA SUA OPERA

E’ facile essere buoni….il difficile sta nell’essere Giusti

MARCO ZAFRANI COMMENTA LA SUA OPERA

L’opera “Il giardino dei giusti” rappresenta la forza del bene che riesce a sopravvivere alle ingiustizie nel mondo.

MASSIMO FUSCONI COMMENTA LA SUA OPERA

Il pesce in psicologia archeotipica simboleggia la verità…il pescatore deve e vuole nutrirsi….cioè la Verità (il pesce) deve venire alla luce. Quindi il giusto (il pescatore) è importante. Senza di Lui la verità non diventa visibile…É nascosta. Il Giusto cerca sempre la Verità.

GIULIANA BALDONI COMMENTA LA SUA OPERA

Il Giardino raccoglie i ricordi, il passaggio della storia e dei suoi figli illustri che gli hanno dato vita e lustro. E’ un percorso che dal parco si inoltra fino alla piazza principale del Paese dove apre le porte al Municipio, casa del popolo dove ogni cittadino può esprimere il proprio pensiero.

PROF. ALBERTO IRON D’ATANASIO COMMENTA L’OPERA DI ALFIO TABARRINI

Le persone che sono state considerate “Giuste” sono nell’essenza coloro che sanno guardare ogni cosa come una vera opera d’arte e che quindi ne sanno percepire l’unicità, il valore, la preziosità. Le persone che sono state considerate e ricordate come Giuste non hanno utilizzato come parametri condizionanti le relazioni i colori della pelle, quelli delle bandiere, i simboli religiosi e quelli delle ideologie. Il giusto percepisce il senso della vita, della gioia, della felicità. Al giusto non serve la forza, né la prepotenza. Le persone giuste si distinguono perché al coraggio del fegato sanno opporre quello del cuore, al giusto non servono altre armi perché sa usare il dialogo, la comprensione, la condivisione, la consapevolezza ed è per questo che resteranno nella storia per sempre a memoria di chi verrà. Il giusto non tollera il diverso piuttosto condivide le passioni; la diversità così diviene sinonimo di complementarietà e condivisione. Nell'opera di Alfio Tabarrini si riflette tutto questo. Nel suo fare arte si riscopre il senso etimologico del termine astrattismo, troppe volte bistrattato e confuso. L'astrattismo è abstraere, astrarre, tirar fuori dal trascendente, dallo spirituale, dall’invisibile perché divenga visibile nei colori nella composizione nelle forme, nella scrittura. L'astrattismo è unione tra diversità, è il contrasto che permette di percepire il vero. Le macchie di Alfio Tabarrini sono armonia tra tonalità completamente diverse tra di loro, sono contrasti senza la sicurezza delle forme geometriche. È armonia che fa immaginare e percepire che chi compone con i colori o con la penna fa vera condivisione “cun dividere” cioè mettere insieme le divisioni perché possano divenire un’opera, un’opera d’arte

MAURO TIPPOLOTTI COMMENTA LA SUA OPERA , “Colours in the soul”

Il fondo blu. A mio parere il colore blu rappresenta, con i suoi timbri e toni, una gamma di emozioni che difficilmente gli altri colori possono esprimere. Le sfumature che si possono ottenere, con toni e timbri che assumono una dimensione musicale, arrivano a comporre un insieme cromatico che, appunto, si presta ad un “ascolto” oltre che ad una prima visione. Il blu, simbolicamente, da sempre viene associato ad una tranquillità interiore, alla calma spirituale, alla pace, all’acqua in quanto archetipo materno come al cielo nella trascendenza terrena… diviene quindi rappresentativo sia del cosmo infinito che della profondità degli abissi marini… insomma, ne siamo sovrastati e costantemente accolti nella nostra dimensione umana. L’uomo ha sempre associato il colore blu a vari stati d’animo e a sfere energetiche che si perdono nella notte dei tempi… gli antichi Egizi lo consideravano il colore degli dei, mentre i Romani lo legavano all’iride dei cosiddetti barbari; addirittura recenti studi antropologici hanno stabilito che il popolo Maya, a causa di un particolare gene, non poteva distinguere il colore blu, tanto che nella loro lingua non è presente nessuna parola che lo definisca e quindi lo identificavano con il colore verde…

Gli elementi cromatici. I colori usati, oltre lo sfondo, riprendono quelli che, nelle parentesi della malvagità e tragedia umana dei campi di concentramento nazisti, servivano ad identificare, con un contrassegno posto nella divisa degli internati, la loro tipologia: la stella di David gialla per gli ebrei e triangoli rossi per i prigionieri politici, neri per gli asociali, viola per gli omosessuali, verdi per gli zingari, e così via…

La composizione. L’idea di fondo è quella di rappresentare un intreccio che richiama la tessitura del tappeto, evocando le parole di un poeta come Borges, che ne definiva la trama metaforicamente come ciò “… che propone allo sguardo un caos di colori e linee irresponsabili, un caso ed una vertigine, ma un ordine segreto lo governa…” E’ inoltre evidente il richiamo alla figura di Iqbal Masih e al significato della sua vita e morte. Per questo la trama e l’ordito non si intrecciano in maniera ordinata, ma si disperdono nella profondità della vita, con le sue contraddizioni e la prevalente volontà di ottenere giustizia e pace. Possano così i Giusti, nel loro Giardino, riposare in pace e testimoniare, anche con i colori dell’anima, la forza del Bene.

MANUELA CANNELLI COMMENTA LA SUA OPERA, LE CHEMIN DE LA VIE, CON LE PAROLE DELLA POESIA DI Kahlil Gibran, I VOSTRI FIGLI

… e una donna che aveva al seno un bambino disse: parlaci dei figli. Ed egli rispose:

I vostri figli non sono figli vostri...

sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.

Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.

Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.

Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.

Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.

Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.

Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.

L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.

Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.

ANGELA FRANQUILLO COMMENTA LA SUA OPERA

Oggi viviamo in un mondo frenetico, dove l’individualismo è più importante dell’altruismo…dove si muore ancora di fame, per una guerra e persino per colpa della mano di chi ti dovrebbe amare.

Ogni tanto tra terreni incolti o tra le rocce nasce il fiore della speranza, la speranza di un mondo migliore dove regni l’amore per l’uomo, la natura e per la vita.

Ci sono però anche persone che grazie alla loro volontà riescono ancora a lottare per la giustizia, l’uguaglianza e l’amore tra i popoli. La mia opera rappresenta tutto ciò…un fiore che nasce tra le rocce e grazie all’aiuto di qualcuno che lo disseta crescerà rigoglioso.

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L'autore/L'autrice

Nerina Marzano

Nerina Marzano
docente scuola secondaria I grado
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Giardino di Trevi