Giardino dei Giusti - Scuola Collodi e Scuola Levi Montalcini di Rosta (TO)

di Rachele Bernardi Gra, 25 marzo 2021

Giardini, Progetti didattici, Giornata dei Giusti

Giardino dei Giusti - Scuola Collodi e Scuola Levi Montalcini di Rosta (TO) - Inaugurazione 5 marzo 2021

L’inaugurazione ha visto la partecipazione attiva degli allievi delle classi elementari 5°A,5°B e 5°C e delle classi medie 3°L, 3°M, e 3°N con i loro rispettivi insegnanti, insieme alla Dirigente Scolastica, Dott.ssa Maria Gabriella Parente, ai Rappresentanti dell’Amministrazione Comunale in particolare il Sindaco Domenico Morabito e la Vice-Sindaco Anna Versino, alle Forze dell’Ordine in particolare il Comandante di Sezione della Compagnia dei Carabinieri di Rivoli e agli Ufficiali dell’Esercito Corpo degli Alpini Sezione di Rivoli, alle Associazioni Locali quali l’A.N.P.I, l’A.N.A, l’Avis, l’Aido e la Protezione Civile, e alla signora Rachele Bernardi Gra.

Durante la cerimonia, Daniela Allasio, figlia di Ottavio Allasio, l’ultimo deportato civile della Val di Susa ancora in vita, ha tenuto una preziosa testimonianza raccontando la vita del padre, narrata nel libro “Sognando di Volare”, scritto dalla nipote Giorgia Bellone.

Le vicende di Giorgio Perlasca ci portano lontano, a Budapest, ma non dobbiamo dimenticare quanto la persecuzione nazifascista abbia colpito duramente l’Italia e in particolare le nostre valli piemontesi.

Gli alunni delle classi quinte hanno intonato la Canzone “Gam Gam” e, dopo gli interventi della Dirigente Scolastica e delle Autorità, hanno raccontato la straordinaria storia di Giorgio Perlasca evocando la figura dei Giusti tra le Nazioni partendo dal racconto della trazione ebraica: “esistono sempre al mondo 36 Giusti, nessuno sa chi sono e nemmeno loro sanno d’esserlo ma quando il male sembra prevalere escono allo scoperto e si prendono i destini del mondo sulle loro spalle e questo è uno dei motivi perché Dio non distrugge il mondo. Finito questo periodo hanno la capacità e l’umiltà di tornare tranquillamente alla vita normale di tutti i giorni, non raccontando nulla di quanto fatto, per un semplice motivo: ritengono d’aver fatto solo il proprio dovere di uomini, nulla di più e nulla di meno”.

L’ulivo presente nel Giardino è stato decorato con alcune riflessioni nate dagli allievi delle classi quinte, ne riportiamo alcune:

“Quando ti dicono: “non dire bugie”… ma certe bugie vanno dette…”

“Secondo me Giorgio Perlasca non era un “giusto”, ma era la reincarnazione di un Dio sceso sulla terra per salvare gli ebrei.”

“Giorgio Perlasca è un pezzo di cuore, come gli altri 36 giusti che, uniti, formano un cuore unico e prezioso, che non si trova facilmente.”

“Per fare questo ci vuole coraggio, amore per la vita e una forte delicatezza verso la vulnerabilità di quei ragazzi persi in un mare d'odio. Giorgio Perlasca è uno come pochi, uno di quegli uomini che oramai non nascono più, uomini con una tale umiltà, educati all'amore per le possibilità offerte, per la vita, un sensibile cerchio che i giusti si prendono il compito di illuminare con calde luci e, anche se sono poche, fanno la differenza.”

“Caro Giorgio Perlasca, hai avuto un bel coraggio a salvare più di 5000 ebrei ungheresi, non avevi paura che i nazisti ti spedissero in un campo di concentramento? La cosa che mi ha colpito di più della tua storia è: tutto! Credo che tu sia fiero di aver salvato tutte quelle persone, ora sei famoso, sei un GIUSTO TRA LE NAZIONI, a scuola avremo un albero a te dedicato come a YAD VASHEM. Ci vediamo in paradiso (sempre se ci arrivo...). Sei un uomo esemplare.”

“Egregio Signor Perlasca, Le scriviamo per dirLe che Lei è una persona magnifica, da cui prendere esempio. Vorremmo essere come Lei. Le gesta che ha fatto Le fanno onore, il coraggio che ha avuto scalda il cuore, le azioni di modestia che ha compiuto Le apriranno le vie più limpide e bianche del Paradiso. Con il suo eroico gesto ha salvato una generazione e questa bella azione è stata riconosciuta dallo Yad Vashem. É stato un uomo che ha dimostrato di aver fedeltà verso la Pace e che ci si può opporre e dire “NO” alle ingiustizie. Faremo di tutto per far conoscere la sua storia poiché di uomini come Lei ne esistono pochi, non abbiamo mai conosciuto una persona così eroica. L’ammirazione che abbiamo per Lei è molto più intensa delle parole scritte in questa lettera, ma vogliamo ugualmente ringraziarla dal più profondo del cuore.”

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Rachele Bernardi Gra

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