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Charles Taylor, 50 anni di carcere

confermata la condanna in appello

L’ex presidente della Liberia Charles Taylor ha visto confermata in appello la condanna a 50 anni di carcere da parte della Corte Speciale per la Sierra Leone.
Ora l’uomo, colpevole di complicità nella commissione di crimini di guerra, sarà trasportato nel Regno Unito, dove sconterà la pena detentiva.

La Camera di appello della Corte Speciale ha quindi confermato la sentenza di primo grado del 26 aprile 2012, nonostante l’opposizione dei legali di Taylor che chiedevano di invalidare il giudizio per “errori legali”.

I giudici hanno considerato provato, fuori da ogni ragionevole dubbio, il fatto che l’accusato aiutò e istigò la commissione di crimini di guerra, come parte di un piano premeditato per conseguire obiettivi politici con la forza. Taylor non partecipò direttamente alle violenze, ma per i giudici è stato il responsabile diretto degli omicidi, degli stupri, delle mutilazioni e delle violazioni dei diritti umani compiuti durante la guerra civile sierraleonese - tra il 1991 e il 2002.

L’ex presidente della Liberia è stato giudicato colpevole di favoreggiamento del Revolutionary United Front (RUF), gruppo ribelle che sfruttando l’appoggio dello stesso Taylor - che forniva loro armi in cambio dei famosi “diamanti insanguinati” - nel 1991 attaccò la Sierra Leone e diede inizio a una feroce guerra civile basata su una strategia di terrore. Alcuni testimoni hanno raccontato di frequenti episodi di decapitazione dei civili, le cui teste venivano spesso mostrate ai checkpoint per incutere timore alla popolazione.

Secondo la Corte Speciale, tribunale creato ad hoc dalle Nazioni Unite per giudicare i colpevoli dei crimini commessi in Sierra Leone durante il conflitto, Taylor era a conoscenza già dal 1997 di questa strategia ai danni della popolazione civile del Paese. “Il divieto di attaccare i civili - si legge nella sentenza - è uno dei principi inviolabili del diritto internazionale, ma Taylor ha utilizzato il terrore a suo vantaggio”.

La Corte Speciale ha quindi rigettato il precedente, emerso nelle sentenze del Tribunale per la ex Jugoslavia, secondo cui per dimostrare la complicità di un leader sono necessarie prove del fatto che egli abbia “specificamente diretto” la commissione di crimini di guerra o contro l’umanità.

Con il processo a suo carico - iniziato il 4 giugno 2007 - Taylor è diventato il primo capo di Stato a essere giudicato da una corte internazionale dopo Karl Donitz, l’ammiraglio che prese il potere dopo il suicidio di Hitler e che venne processato a Norimberga.

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