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La questione Mali e il rischio genocidio

lo denuncia un rapporto ONU

Allarme violazioni del diritto internazionale umanitario in Mali. Secondo un rapporto del Consigliere speciale del Segretario generale ONU per la prevenzione del genocidio, Adama Dieng, i numerosi casi di violenze e rappresaglie contro ribelli e civili arabi e tuareg costituiscono il rischio di un futuro genocidio.

Adama Dieng segnala diversi episodi di esecuzioni sommarie, violazioni dei diritti e rapimenti commessi dall'esercito del Mali nelle zone di Sevarè, Mopti, Niono e altre città del Nord del Paese, appena riconquistato con l'aiuto delle forze francesi.

Numerosi anche i linciaggi e i saccheggi da parte della popolazione ai danni di tuareg e arabi, accusati di aver sostenuto l'occupazione islamista che ha interessato il Mali dal marzo 2011. Associazioni come Amnesty International e Human Rights Watch hanno autonomamente raccolto prove e testimonianze che confermano questi dati.

Dieng allerta la comunità internazionale di un possibile "rischio genocidio" nel Nord del Mali. "Temo che le forze armate stiano reclutando e armando milizie locali - ha dichiarato - per istigare attacchi contro particolari gruppi etnici. Mi sento in dovere di richiamare l'esercito del Mali al suo compito di proteggere tutta la popolazione civile, indipendentemente dalle appartenenze etniche".

Nonostante l'euforia francese per la "missione compiuta con successo" nel Paese, la questione Mali è da tempo sul tavolo del Procuratore della Corte Penale Internazionale, Fatou Bensouda. Il Procuratore ha infatti aperto un'indagine per investigare sui crimini commessi nel Nord del Paese dal gennaio 2012, tra cui omicidio, tortura e stupro.

Anche l'UNHCR, l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, ha posto l'attenzione sul problema Mali. Le violenze denunciate da Adama Dieng sono infatti preoccupanti per i tuareg e gli arabi che, terminato il coflitto, stanno cercando di tornare nelle loro abitazioni. Una situazione aggravata da scarsa disponibilità di cibo, mancanza di carburante ed energia elettrica e carenza di servizi sanitari.

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