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Pulizia etnica nella Repubblica Centrafricana

lo stabilisce una Commissione ONU

Le milizie cristiane anti-balaka hanno compiuto una pulizia etnica ai danni della popolazione musulmana durante la guerra civile che si sta svolgendo nella Repubblica Centrafricana, ma non ci sono elementi che provino un intento genocidario in questi crimini. È quanto ha stabilito il rapporto finale della Commissione di Inchiesta creata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel dicembre 2013.
Il rapporto accusa entrambe le parti in causa, Seleka (“coalizione”) e anti-balaka (“anti-machete”), di aver commesso crimini di guerra e contro l’umanità.

La Repubblica Centrafricana è teatro di scontri dal dicembre 2012, ma le violenze più gravi hanno avuto inizio nel marzo 2013, quando alcuni gruppi ribelli del gruppo musulmano Seleka hanno rimosso il presidente François Bozizé per sostituirlo con il loro leader Michel Djotodia, trascinando il Paese in uno stato di semi-anarchia. Provenienti dal Nord di un Paese in cui l’80% della popolazione è cristiano, i miliziani hanno messo in atto una serie di bombardamenti, razzie nei villaggi, esecuzioni, torture di civili, stupri e arruolamento dei bambini, scatenando la reazione dei gruppi cristiani anti-balaka - che hanno ripetuto quasi esattamente lo schema seguito da Seleka.

Ne sono derivate violenze che hanno portato le associazioni umanitarie a parlare del rischio di un nuovo Ruanda. Nel gennaio 2014 Djotodia si è dimesso ed è fuggito in Benin, lasciando di fatto il Paese nelle mani di un governo di transizione - che verrà sciolto nell’agosto 2015 - guidato dalla cristiana Catherine Samba-Panza.

La Commissione di Inchiesta è riuscita ad accertare l’uccisione di circa 6mila persone durante il conflitto, specificando però l’impossibilità di recarsi in alcune zone del Paese e di ricostruire l’esatto numero delle vittime. “Migliaia di persone sono morte durante il conflitto - si legge nel rapporto - Violazioni dei diritti umani e abusi sono stati commessi da entrambe le parti. Seleka e anti-balaka sono responsabili di crimini di guerra e crimini contro l’umanità”.

In risposta alle violenze, nel settembre 2014 la Corte Penale Internazionale ha avviato le indagini per omicidio, stupro e reclutamento di bambini soldato nella Repubblica Centrafricana. Nel Paese sono inoltre schierati quasi 6mila peacekeeper dell’Unione Africana e 2mila soldati francesi. Anche le Nazioni Unite hanno inviato la propria missione di peacekeeping (MINUSCA, formata da circa 12mila uomini) nel settembre 2014, con il mandato di cercare di prevenire una maggiore esplosione di violenza nel Paese - che è stato inserito tra le quattro aree con le più gravi crisi umanitarie, insieme a Siria, Iraq e Sud Sudan.

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