Diritti umani e crimini contro l'Umanità
In Karabakh si prepara un nuovo genocidio
Quando, nei primissimi giorni di guerra, il governo armeno ha iniziato a descrivere come un tentativo di genocidio l’aggressione turco-azera al Karabakh iniziata il 27 settembre, non nascondo di aver provato una punta di irritazione. Occupandomi da anni, come giornalista, di alcune delle declinazioni storiche dell’intuizione del giurista ebreo polacco Raphael Lemkin, non amo quando si abusa di questo termine. Ammetto di aver sbagliato.
Israele, Emirati Arabi e Bahrein: la pace può diventare contagiosa
Nessun ballo per le strade ha accompagnato in Israele l’annuncio dell’accordo di pace con Emirati Arabi e Bahrain. Nelle piazze gli israeliani c’erano e ci sono, ma per un altro motivo: manifestare contro un governo non solo capeggiato da un primo ministro sotto processo per corruzione, ma assolutamente incapace di gestire l’emergenza sanitaria ed economica...
Dal Giardino di Milano, un appello per l'Armenia
Vorrei sottolineare l’atto di coraggio politico, morale ed intellettuale di un gruppo di eminenti intellettuali, storici, studiosi di grande spessore dell’Olocausto e dei genocidi che in una lettera aperta hanno chiesto al governo israeliano di sospendere la vendita di armi all’Azerbaigian e di condannare la politica di aggressione nei confronti del Nagorgo Karabakh (e indirettamente dell’Armenia) in uno dei conflitti che potrebbe portare presto a migliaia di vittime e ad un bagno di sangue senza precedenti...
In Karabakh, tra i responsabili anche l'indifferenza
Un massacro i cui responsabili – sia detto per inciso – non sarebbero solo Baku ed Ankara. L’indifferenza nostra, dei nostri governi, delle tante organizzazioni che non se ne stanno occupando, è l’arma più potente nelle mani dei carnefici, oggi come ieri.
Una nuova guerra tra Armeni e Azeri
In merito al riaccendersi della guerra tra Armeni e Azeri nel Caucaso, propongo alcune riflessioni.
La primogenitura dell’attacco è questione non affrontata in modo realistico dai media. Si può tuttavia sottolineare il fatto che un popolo di 140.000 abitanti, insediato da secoli nell’area, che ha voluto porre fine con costi altissimi “all’azerificazione voluta da Stalin” e che vive da quasi trent’anni una fragile tregua, difficilmente può decidere di attaccare, all’alba di una domenica, un Paese di 10 milioni di abitanti con un apparato militare di gran lunga superiore e con un’alleanza solidissima con la Turchia di Erdogan...
Nagorno-Karabakh: “Siamo sotto le bombe. Aiutaci”
Ieri mattina mi sono svegliato con una serie di messaggi scritti da amici armeni del Karabakh: “Siamo sotto le bombe. Aiutaci”. In una guerra che sembra lontana e non lo è, in una terra splendida, ricca di monumenti e di una natura incontaminata e rigogliosa, questi messaggi sono arrivati dritti come pugni allo stomaco. Ho avuto voglia di urlare, come adesso. Lacrime di rabbia, ma anche di impotenza, trattenute a stento, per una guerra che è nostro dovere fermare ora, prima che si riveli l’ennesima strage, annunciata da infinite escalation.
Genocidi e crimini contro l'Umanità
la negazione del valore dell'individuo
La prima definizione giuridica in materia di persecuzioni di massa risale al 1915 e riguarda il massacro delle popolazioni armene da parte dei turchi, cui seguono i processi delle Corti marziali a carico dei responsabili. Nel Trattato di Sèvres del 1920 le Grandi Potenze usano i termini di crimini contro la civilizzazione e crimini di lesa umanità.
Al termine della seconda guerra mondiale, di fronte alla tragedia della Shoah, il Tribunale Militare del processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti stabilisce, in apertura, i crimini per i quali la Corte ha competenza...
Il 9 dicembre 1948 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approva all’unanimità la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, considerato il più grave crimine contro l'Umanità.