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Al via il processo a 44 giornalisti curdi

a Istanbul

É iniziato ieri a Istanbul il processo a 44 giornalisti di origine curda accusati di terrorismo, 36 dei quali in prigione già da dicembre. Gli imputati del più grande processo ai giornalisti nella storia della Turchia rischiano una pena che va dai sette ai ventidue anni e mezzo di detenzione.
L'accusa si basa su presunti legami con l'Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK), il più ampio movimento di cui fa parte il PKK, il partito armato dei Lavoratori del Kurdistan che rivendica la creazione di uno Stato indipendente.

Il processo giunge in uno dei momenti di massima tensione tra il governo turco e il PKK. Nell'ultimo anno, gli scontri tra le forze di sicurezza turche e gli autonomisti curdi hanno generato una escalation di violenza simile a quella scatenata nel 1999 dall'arresto del fondatore del PKK Abdullah Ocalan: 708 vittme dal 2011, di cui 405 combattenti del Pkk, 209 tra soldati e poliziotti e 84 civili.
All'incapacità dimostrata dal governo turco nell'elaborare una strategia politica per fronteggiare la delicata questione curda si è aggiunto l'accanimento contro migliaia di politici e simpatizzanti non-violenti arrestati con l'accusa di terrorismo, di cui i giornalisti a processo sono l'ultima espressione.

Gli attivisti per i diritti umani hanno immediatamente bollato il processo come il tentativo da parte del governo di intimidire la stampa, limitare l'esercizio della libertà di espressione e punire gli attivisti curdi. Andrew Gardner, di Amnesty International, ha detto che "questo modo di procedere crea un precedente in cui la libertà di critica, i discorsi politici e la partecipazione a dimostrazioni pacifiche sono usati come prove di reati per terrorismo". I rappresentanti del governo replicano duramente e tacciano come "bugiardo" chiunque sostenga l'esistenza della censura in Turchia.

Rimane il fatto che più 100 giornalisti sono attualmente rinchiusi nelle carceri turche, più che in Iran o in Cina, e molti di loro lavoravano per i media curdi. Dal 2009 sono stati più di 8000 i curdi - politici, avvocati, accademici e scrittori - arrestati con l'accusa di terrorismo.

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