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Decano del giornalismo in Russia critica la tivù di Putin

perchè si limita alla propaganda

In Russia molti giornalisti non cercano di informare i cittadini, ma si limitano a diffondere la propaganda del governo. Il duro giudizio sulla qualità dell’informazione offerta dai media viene da un decano del giornalismo russo , Yasen Zasursky, 85 anni, direttore del dipartimento per il giornalismo dell’Università di Stato di Mosca per oltre 40 anni, durante i quali ha insegnato ad Anna Politkovskaya, uccisa nel 2006, e ad altri giornalisti investigativi che come lei hanno pagato con la vita il coraggio nel loro lavoro di inchiesta.
Ma altri suoi allievi, divenuti famosi come star della televisione di stato sotto la guida di Putin, lo hanno molto deluso per il modo con cui lavorano.
“Non ha senso cercare di ricavare informazioni dalla televisione. Da là vengono solo annunci ufficiali. Nessuna analisi, e così si rischia di diventare una persona con gli occhi bendati. Là non c’è un singolo giornalista che abbia una propria opinione” ha detto Zasursky in’intervista a Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RL).
Nella sua visione, “il giornalista deve aiutare le persone a capire gli eventi. Non deve veicolare solo informazioni, ma anche conoscenza”, ha detto il veterano della stampa russa.
Zasursky ricorda il periodo in cui l’ex presidente sovietico Mikhail Gorbachev era al potere come un’epoca felice per i giornalisti russi, grazie alle riforme introdotte con la “glasnost” nella seconda metà degli anni ’80.
Meno favorevole il clima con il governo di Putin. “Forse i giornalisti ora dovrebbero fare i traduttori. Penso che sia possibile per loro svolgere così un lavoro intellettuale” ha detto Zasursky, alludendo al fatto che egli stesso negli anni ’50 aveva lavorato come editor per la casa editrice che dava lavori di traduzione ai poeti sovietici, le cui opere non potevano essere pubblicate per motivi politici.

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