Tra il 1900 e il 1908 almeno 65.000 - alcune fonti parlano di 100.000 - persone di etnia herero e nama furono uccise dall'esercito dell'Imperatore tedesco in Namibia. Per il loro sterminio erano stati istituiti dei lager e ci fu perfino un traffico di cadaveri a scopo scientifico.
Il Parlamento tedesco ha riconosciuto questo genocidio in due sedute a riguardo negli ultimi anni. Tuttavia secondo il New York Times la Germania starebbe tentando una via per il riconoscimento che non comporti risarcimenti e nemmeno scuse ufficiali, ma solo gesti di distensione tra gli ambasciatori dei due Paesi.
Berlino in particolare impugnerebbe la Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio del 1948 sostenendo che non possa applicarsi retroattivamente a un crimine commesso 45 anni prima.
Anche i gesti di distensione, comprendenti la restituzione alla Namibia di un certo numero di teschi di herero che erano stati portati in Germania per condurre esperimenti, vengono compiuti a livello degli ambasciatori e non dei leader dei due Stati perché altrimenti si dovrebbe applicare proprio la parte della Convenzione che stipula le norme sulle riparazioni. Non risulta che sia stato avanzato, invece, l'argomento della discontinuità tra la Germania di oggi e quella dell'Imperatore Guglielmo.