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Il genocidio dei greci del Ponto

minoranza discriminata e perseguitata dagli ottomani e dai Giovani Turchi

I greci sono presenti in Asia Minore, odierna Turchia lungo le coste del Mar Nero, almeno dall'8° secolo a.C, probabilmente anche dal 12° e 13°. Da questa zona partirono per esempio gli argonauti alla ricerca del vello d'oro, secondo la leggenda. I primi colonizzatori greci provenivano da Mileto. A volte si scontrarono con gli abitanti originari dell'Anatolia. 

Le ricchezze della zona erano soprattutto minerarie, ma anche la produzione di grano e la presenza di porti naturali strategici giocavano un ruolo importante.

Un'altra data  importante per la vita dei greci del Ponto è il 1461, quando gli ottomani conquistarono Trazbon (Trebisonda). Entro lo scoppio della Prima Guerra Mondiale si calcola che i greci del Ponto fossero circa 416.000. Entro il 1924 però la maggior parte di loro fu coinvolta nello scambio di popolazioni sancito dal Trattato di Losanna e si trasferì in Grecia. Non bisogna immaginare questo trasferimento come un viaggio volontario e in prima classe: era obbligatorio e molti greci morirono di stenti durante la traversata svolta in condizioni durissime. Tra loro c'erano sia greci di religione cristiana ortodossa, sia discendenti di persone che nel corso dei secoli si erano convertite all'Islam.

Com'era la vita dei greci del Ponto sotto gli Ottomani e nel periodo del governo nazionalista dei Giovani Turchi? Lo scrittore greco nato a Istanbul Petros Markaris ne fa spesso cenno nei suoi libri. I greci generalmente erano discriminati, venivano poste loro condizioni molto svantaggiose ad esempio per la compravendita di proprietà immobiliari. In alcuni casi si arrivava a dei veri e propri pogrom contro di loro. I documenti decisivi per conoscere questa realtà sono però ancora oggi i diari dell'ambasciatore americano Henry Morgenthau, Giusto per gli armeni, e i libri del generale USA di stanza a Smirne George Horton. Inoltre c'è il libro testimonianza di Elia Venezis Il numero 31328, che racconta di quando l'autore fu preso prigioniero dai Giovani Turchi insieme ad altre 3000 persone, e solo 23 sopravvissero.

I Giovani Turchi trattarono i greci del Ponto in modo simile a quanto fecero con le altre minoranze, soprattutto gli armeni: li perseguitarono e in molti casi li uccisero. Era tipico di questo governo puntare all'assimilazione delle comunità allogene, che dovevano accettare tutte le discriminazioni a loro carico, senza cercare di rivendicare un ruolo autonomo, pena la morte. I greci uccisi nel cosiddetto "genocidio dei greci del Ponto", attualmente discusso tra Grecia e Turchia e riconosciuto come tale da alcuni Stati americani, si stima siano stati 350.000. Non mancano però lavori di storici che calcolano 730.000 vittime, comprendenti anche coloro che morirono mentre scappavano negli Stati Uniti o si dispersero durante lo scambio delle popolazioni del 1923. 

Il 20 maggio 2018, mentre ricordava i greci del Ponto in una cerimonia, il sindaco di Salonicco Yannis Boutaris è stato gettato a terra e colpito a calci e pugni da 12 fanatici dell'estrema destra, che evidentemente non gradivano il gesto di ammainare la bandiera nazionale in segno di lutto.

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