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Immigrazione, dati e trend dal rapporto Idos

un dossier per chi vuole comprendere

Nel 2018 sono approdati in Italia via mare 23.370 migranti, con un crollo dell'80% rispetto all'anno precedente, mentre nei primi nove mesi di quest'anno gli arrivi sono scesi a 7.700. Vuol dire circa cinque volte meno rispetto ai 39.155 giunti nello stesso periodo in Grecia e circa due volte e mezzo di meno rispetto ai 18.720 approdati in Spagna. Significa anche una cifra equiparabile ai 6.400 richiedenti asilo che nel 2018 l'Italia ha dovuto riammettere sul proprio territorio dai Paesi comunitari in cui si erano trasferiti illegalmente, a norma del Regolamento di Dublino. Nei primi nove mesi di quest'anno, inoltre, le persone approdate complessivamente in Europa sono state 68.845.

Sono alcuni dei dati resi noti il 24 ottobre scorso a Roma, presso il Nuovo Teatro Orione, nel corso della presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2019, realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos, in partenariato con il Centro Studi Confronti. L'incontro, moderato da Maria Paola Nanni, di Idos, e Stefania Sarallo, di Confronti, ha visto la presenza di personalità di rilevo nell'ambito dei temi che riguardano le migrazioni, i diritti umani e le politiche di accoglienza in Europa.

Crollo degli arrivi e dispersi nel Mediterraneo

Le tendenze e i numeri, ampiamente illustrati nel video che ha riassunto i contenuti del Dossier (realizzato da Vibes-Radio Beckwith) descrivono uno scenario che alcuni dei presenti hanno definito “annus horribilis” per l’immigrazione. A fronte di un minor numero di persone giunte via mare vi è stato un elevato numero di morti e dispersi, che ha interessato soprattutto il tratto di acque tra Italia e Libia, dove solo nel 2018 la Iom (International Organization for Migration, l'organismo collegato alle Nazioni Unite, che ha oggi 173 stati membri) ha contato 1.314 morti e dispersi, con il rapporto di uno morto ogni 35 persone che hanno tentato la traversata. Mentre risulta che la rotta del Mediterraneo centrale ha provocato circa 25 mila morti o dispersi accertati dal 2000 ad oggi (oltre la metà di tutti quelli calcolati nelle rotte marittime a livello mondiale).

“Nell’anno trascorso – ha dichiarato Luca Di Sciullo, presidente Idos – si è verificato il tentativo di portare la nostra società a fasi storiche passate, abbiamo visto realizzarsi un’eclissi del senso dell’umano, dinanzi a quella che è stata chiamata la crisi dei migranti, che a essere onesti dovremmo chiamare crisi dell’Europa”.

“La parola, il volto dell’altro e la memoria sono i tre elementi importanti per ricostruire un’umanità degna di questo nome”, ha osservato Luciano Manicardi, priore della Comunità di Bose, "di fronte a quella che Ernst Bloch negli anni Trenta, a proposito del consenso di massa al nazismo, chiamava "la metamorfosi in demoni di gente comune”. Contro questo odio dobbiamo riconoscere in noi l’alterità, lo straniero ci aiuta a restituirci a noi stessi, è una rivelazione che dice qualcosa di noi”. "Occorre riabilitare il principio della fratellanza umana, di là della retorica", ha aggiunto Di Sciullo, "perché abbiamo, immigrati e italiani, comuni bisogni e fragilità. Allo scontro tradizionale tra poveri e ricchi abbiamo sostituito una guerra tra poveri e impoveriti: non facciamo quest’errore”. Secondo Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese, “fugare le percezioni sbagliate è un obiettivo che il Dossier persegue e realizza. Percezione errata di cui anche noi, evangelici, siamo stati vittima: ci 'accusano' di occuparci solo di migranti. Una percezione alla quale noi resistiamo fortemente: non dobbiamo mai mettere in competizione i diritti, perché devono essere tutti tutelati".

I migranti nel mondo e le presenze in Italia

Lo scenario che abbiamo di fronte è complesso: non possiamo usare formule schematiche e semplificazioni. A giugno 2019 i migranti nel mondo erano 272 milioni (uno ogni 30 abitanti del Pianeta), di cui circa 43 milioni erano rifugiati o richiedenti asilo; cifra a cui vanno aggiunti più di 41 milioni di sfollati interni.

Per ciò che riguarda l'Italia, la riduzione degli arrivi via mare si accompagna a una sostanziale chiusura (come si legge nella scheda di sintesi del Dossier) dei canali regolari di ingresso; sono quindi diminuiti anche gli arrivi regolari. La popolazione straniera in Italia - da circa sei anni - cresce a ritmi più contenuti rispetto agli anni precedenti. A fine 2018 era di 5,255 milioni (più 2,2% in un anno), pari all'8,7% di tutti gli abitanti del Paese. Sul versante dell'economia gli occupati stranieri nel Belpaese sono 2,445 milioni, il 10,6% del totale lavoratori, e 602.180 le imprese condotte da stranieri, cioè il 9,9% delle aziende complessive. Agli stranieri è ascrivibile il 9% del Pil nazionale. E il confronto con gli altri Paesi del Vecchio Continente? A fine 2018 i residenti stranieri in Europa erano 39,9 milioni. L'Italia, con oltre 5,2 milioni di presenze, si posiziona al terzo posto dopo la Germania (9,7 milioni) e il Regno Unito (6,3 milioni).

Occorre un dialogo paziente

"Tra le pieghe di questo Dossier c’è un fenomeno che mi preoccupa molto a fronte del taglio dei progetti di accoglienza e integrazione", ha osservato ancora Alessandra Trotta, "ovvero la mutata percezione da parte dei migranti della possibilità di vivere nel nostro Paese, una perdita di fiducia che comincia a realizzarsi. Ma c’è anche un’altra Italia, che crede nell’inclusione e nel pluralismo, che vorremmo diventasse più visibile, attraverso il dialogo paziente con chi la pensa diversamente”. Mentre Elly Schlein, già parlamentare europea, ha dichiarato: "Viviamo una metamorfosi basata su luoghi comuni, spesso slegati dalla realtà dei fatti, contro i quali il Dossier è come una bibbia laica, una fonte essenziale per costruire politiche migliori, mentre spesso le politiche sono state frutto della propaganda”.

Il Dossier Statistico Immigrazione e il Centro Studi Idos

Il Dossier Statistico Immigrazione è il rapporto socio-statistico che vanta una lunga serie ininterrotta di pubblicazioni annuali sul fenomeno migratorio in Italia (la prima edizione è del 1991). Curato fino al 2003 dalla Caritas di Roma e, a partire dal 2004, dal Centro Studi e Ricerche Idos, il report viene realizzato con la collaborazione di strutture pubbliche e del mondo sociale e grazie al contributo di enti sostenitori: in origine (fino al 2013) Caritas e Migrantes, negli anni successivi l’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e il Fondo Otto per Mille della Chiesa Valdese; dal 2015 è iniziato il partenariato con il Centro Studi Confronti. Il Centro Studi e Ricerche Idos nasce come cooperativa e casa editrice nel 2004 dall’originario gruppo dei ricercatori operanti presso la Caritas di Roma per la realizzazione del Dossier Statistico Immigrazione. A questa pubblicazione principale, Idos ha affiancato nel tempo altri annuari socio-statistici (l’Osservatorio Romano sulle Migrazioni, il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria, e – dal 2001 al 2013 – il Rapporto sugli Indici di integrazione degli immigrati in Italia, realizzato per conto del Cnel, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) insieme a pubblicazioni tematiche.

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