Civili in fuga in Congo (foto di Boston.com)

Il governo della Repubblica Democratica del Congo ha dichiarato che tutti i guerriglieri del gruppo M23 si sono consegnati all'esercito o sono fuggiti questa notte. Qualche ora dopo i portavoci di questo movimento di guerriglia hanno affermato che si avvarranno di "mezzi puramente politici" per far valere le proprie rivendicazioni.  
M23 è una milizia formata da tutsi

Secondo la BBC, che ha dedicato una scheda a spiegare le origini del M23, "questo movimento ha seminato distruzione in Congo dall'aprile 2012, ma ora, dopo che il governo ha annunciato di averlo sconfitto, ha ufficialmente cessato la rivolta". Il gruppo di guerriglia è formato da disertori dell'esercito congolese di etnia tutsi, una minoranza nella RDC, ma che si ritiene sia legata al governo di Kigali.

Il nome M23 deriva dagli accordi del 23 marzo 2009 tra governo congolese e una precedente milizia chiamata CNDP, che annoverava tra i suoi membri anche il generale Bosco Ntaganda, imputato di crimini di guerra davanti alla Corte Internazionale de L'Aja. 

Il Generale Bosco Ntaganda processato a L'Aja per crimini di guerra

Ci sono diverse ipotesi sulle cause del conflitto tra M23 e governo centrale congolese: il cattivo trattamento dopo l'arruolamento nell'esercito oppure alcuni commenti del Presidente Joseph Kabila, messo sotto pressione dalla Corte Internazionale, circa la possibilità di estradare Ntaganda allo stesso tribunale. Il generale si è poi consegnato da sé recandosi nell'ambasciata USA in Ruanda nel marzo 2013 dopo essere entrato in rotta con il M23.  In realtà ciò che ha fatto la differenza sembra sia stato l'invio di 3.000 soldati ONU molto ben equipaggiati dotati, tra l'altro, di elicotteri con sopra installati vari tipi di armi, che avrebbero consentito il bombardamento delle Nazioni Unite contro i ribelli. In realtà per decenni c'era una missione ONU molto più nutrita, di 18.000 effettivi in Congo, ma erano stati spesso derisi come "turisti" dalla maggior parte dei congolesi ed erano stati incapaci di fermare il gruppo di guerriglieri. 

Un'ennesima conseguenza del genocidio del 1994 in Ruanda

Anche se molti negano i rapporti tra M23 e Stato ruandese, il parere degli investigatori dell'ONU è da tempo che vi sia stata una collaborazione, che sarebbe venuta allentandosi negli ultimi mesi. È infatti dal genocidio del 1994 in Ruanda, che vide lo sterminio di oltre 800.000 tutsi e hutu moderati, che alcune milizie erano riparate in Repubblica Democratica del Congo. Le milizie tutsi sarebbero appoggiate da Kigali per contrastare analoghe milizie di hutu, che attaccano ancora il gruppo vittima del genocidio di allora. Inoltre Kigali sospetterebbe i guerriglieri hutu di voler rovesciare il governo ruandese. 

Si potrebbe sperare che la "vittoria finale" proclamata dal Congo contro i guerriglieri del M23 sia un preludio alla pace, ma in realtà ci sono ancora moltissimi gruppi armati attivi nel Paese. Se Kabila non fa abbastanza contro le milizie che colpiscono i tutsi, il Ruanda potrebbe decidere di sostenere un'altra sigla. Inoltre i vari gruppi sono motivati dalla possibilità di conquistare il controllo di vaste zone minerarie che la Repubblica Democratica del Congo non riesce ancora a dominare. Il Congo orientale è ricco di oro e di coltran, un materiale cruciale per produrre i telefoni cellulari. In teoria sarebbe una zona ricchissima, in pratica è sempre stata preda di rapine su vasta scala. A fare le spese di questi saccheggi sono soprattutto le donne, private dei mezzi di sostentamento e sovente stuprate dai contendenti per minarne la capacità di resistenza.