Una lettera rivolta a Xi Jinping, futuro Presidente cinese, e firmata da 134 Premi Nobel per la letteratura, la chimica, la fisica, la medicina e la pace chiede la liberazione di Liu Xiaobo e di sua moglie Liu Xia.
"La caratteristica specifica - si legge nella lettera - che ha portato al nostro riconoscimento come Premi Nobel nelle dverse discipline è quella di aver scelto il potere della nostra libertà intellettuale e l'ispirazione creativa per fare la nostra parte nel progresso della condizione umana. Nessun governo può restringere la libertà di pensiero e di associazione senza avere un effetto in una tanto importante innovazione umana".
Il comitato per la liberazione è guidato dall'Arcivescovo Emerito di Cape Town Desmond Tutu, Nobel per la Pace 1984, e dal Nobel per la Medicina 1993 Sir Richard Roberts, e ha visto l'adesione di figure come il Dalai Lama (Premio Nobel per la pace 1989), Mario Vargas Llosa (Premio Nobel per la Letteratura 2010) e Toni Morrison (Premio Nobel per la Letteratura 1993).
Liu Xiaobo è un intellettuale cinese di rilievo, attivista democratico, ed è l’unico assegnatario Premio Nobel al mondo ad essere imprigionato. Sua moglie Liu Xia si trova agli arresti domiciliari senza alcuna condanna, e più volte le è stato negato il diritto di visitare suo marito.
Liu è stato condannato a 11 anni di carcere per "incitamento alla sovversione", dopo aver partecipato alla scrittura di Carta '08, un manifesto politico che promuoveva riforme democratiche pacifiche e invitava il governo cinese a rispettare i diritti umani e a cancellare la regola del partito unico. Nel 2010 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Pace per la sua “lunga lotta non violenta per i diritti fondamentali in Cina”.
In una dichiarazione pubblicata insieme alla lettera, Desmond Tutu spiega che "il nostro sforzo non è quello di imbarazzare la Cina, ma piuttosto di implorare il governo a prendere un diverso approccio che potrebbe aiutare la Cina a sviluppare nel modo migliore tutto il suo popolo".