Il quotidiano britannico The Guardian riporta il caso degli abusi di oltre 100 donne, avvenuti solo la settimana scorsa nel Nord Kivu, regione del Congo dilaniata dalla guerra in cui Denis Mukwege persiste nella sua opera incessante per prendersi cura delle vittime.
Denis Mukwege ha diretto l’ospedale locale negli ultimi 18 anni. Le milizie armate sono arrivate a sequestrare le sue figlie nel tentativo di fare pressione su di lui, ma il medico ha continuato a curare le donne in un’area tipicamente caratterizzata da uno scarso livello di servizi sanitari.
Mukwege è un esperto in chirurgia ricostruttiva per vittime di stupro e finora salvato 40 mila donne; queste erano state violentate dai soldati e dalle milizie che hanno combattuto in quei luoghi sin dallo scoppio della seconda guerra del Congo nel 1998.
Quest’anno, l’8 marzo, le Nazioni Unite hanno celebrato il ventesimo anniversario dalla Dichiarazione di Pechino, largamente riconosciuta come un progetto fortemente progressista, innovativo, nel promuovere i diritti delle donne nel mondo. Tuttavia, la maggior parte degli stati che hanno sottoscritto l’accordo nel 1995 ha fallito nell’ottemperare agli impegni previsti per il raggiungimento della parità di genere.
In Congo, in particolare, è quasi inconcepibile parlare degli stupri: non solo le donne subiscono l’influenza dello stigmatizzazione sociale, ma andare in una stazione di polizia potrebbe metterle seriamente in pericolo.
“Mukwege”, dichiara The Guardian, “sostiene che esistono delle leggi locali, ma semplicemente non vengono seguite. Molti dei responsabili occupano posizioni sociali di alto rango, nel governo e nelle forze armate”. Secondo lui, uno dei fattori chiave in quel contesto è anche l’ignoranza, unita alla desensibilizzazione. “Il concetto di parità”, sostiene, “nasce nella mente dei bambini, con i loro primi contatti umani. Solitamente diciamo alle ragazze di vestirsi in un certo modo, instillando in loro il timore che, qualora non lo facessero, potrebbero subire degli attacchi. Ma non diciamo ai ragazzi come comportarsi e non parliamo loro delle conseguenze di un cattivo comportamento”.
“Oltre al supporto psico-sociale alle vittime di stupro”, continua l’articolo, “Mukwege esorta al sostegno di quegli uomini che, dopo aver lasciato le forze armate, hanno bisogno di aiuto per reintegrarsi nelle loro comunità. Il medico ha organizzato dei gruppi in cui gli uomini ed i ragazzi discutono della violenza che ha invaso la loro società, mentre le donne si riuniscono per chiedere giustizia e risarcimenti. Se si distruggono gli uteri, dice, non ci saranno bambini né futuro”.