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Nascere donna oggi

8 marzo 2012

La Giornata internazionale della donna è stata celebrata per la prima volta negli Stati Uniti ai primi del Novecento. La tradizione vuole che sia nata per ricordare un terribile incendio che a New York proprio l'8 marzo avrebbe causato la morte di 129 donne. In realtà ci sarebbe stata confusione con il rogo della fabbrica Triangle, avvenuto il 25 marzo 1911.



L'INCENDIO DELLA FABBRICA TRIANGLE


Questa tragedia fu la più grave della storia industriale della città. La fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani e produceva camicie. Tra le fiamme morirono complessivamente 146 persone. La maggior parte dei lavoratori erano donne di 13 e 14 anni, gestivano turni di circa 14 ore al giorno, con una settimana lavorativa  tra le 60 alle 72 ore. Dopo l'incendio vennero approvate norme sulla sicurezza sul lavoro e aumentarono gli iscritti al sindacato  "International Ladies' Garment Workers' Union", uno dei più importanti degli Stati Uniti. 


NASCERE DONNA OGGI


L'Otto marzo può essere un momento per riflettere sulla condizione della donna nel mondo. In Italia l'associazione Telefono Rosa evidenzia che viene uccisa una donna ogni due giorni


Newsweek segnala i ritratti di 150 donne che hanno scosso il mondo lo scorso anno.


In Egitto le manifestanti che sono state arrestate per aver partecipato alle proteste  sono state costrette a subire vergognosi test di verginità. È ancora in carcere Nasrin Sotoudeh, l'avvocato difensore del Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, accusata di "propaganda" e vincolata al divieto di esercitare la professione legale per dieci anni.


In Arabia  Saudita alle donne è persino proibito di guidare. Manal Al-Sharif ha pubblicato un video su YouTube in cui si faceva vedere al volante dando il via a una campagna per il diritto delle donne ad avere alla patente e a un movimento, "Women2drive". Questo le è costato anche il carcere.






In Cina il numero degli uomini è superiore a quello delle donne. Questo perché tradizionalmente è disonorevole avere una figlia femmina e questo preconcetto unito alla politica del "figlio unico" ha letteralmente decimato la nascita di bambine anche attraverso gli aborti selettivi. C'è una situazione simile anche in India.


In 28 Paesi Africani la salute fisica e psicologica della donna è a rischio anche a causa delle mutilazioni genitali. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che siano già state sottoposte alla pratica 130 milioni di donne nel mondo, e che 3 milioni di bambine siano a rischio ogni anno.
Queste pratiche vengono eseguite su bambine tra i 5 e i 14 anni, in qualche caso su neonate, con gravi conseguenze sia fisiche che emotive (tra cui infezioni e ostruzioni croniche del tratto urinario e della pelvi, forti dolori nelle mestruazioni e nei rapporti sessuali, maggiore vulnerabilità all'infezione da HIV/AIDS, epatite e altre malattie veicolate dal sangue, infertilità, incontinenza, maggiore rischio di mortalità materna per travaglio chiuso o emorragia al momento del parto. Fonte: Unicef).






L'8 MARZO  PER LA PRIMAVERA ARABA


Otto donne del mondo arabo hanno scritto una lettera aperta ai principali quotidiani per mobilitare l'attenzione dell'Occidente: "Le donne hanno sempre fatto parte della lotta per i diritti, diversa per importanza da un Paese all’altro. Questi diritti però restano sotto il livello delle nostre aspirazioni, in una regione dove lo donne soffrono una delle peggiori condizioni del mondo intero. La violenza, quella pubblica o quella privata, resta diffusa e troppo poco è stato fatto per fermarla. La legge sulla famiglia, nella maggior parte dei Paesi arabi, è una legislazione che non fa che istituzionalizzare l’esclusione e la discriminazione. Altre legislazioni, come quella sulla cittadinanza, o i codici civili e penali, non fanno che rinforzare la discriminazione. Le leggi attuali violano i diritti e le libertà fondamentali di ragazze e donne con l’istituzione di pratiche come la poligamia e il matrimonio di minori, creando diseguaglianze nei diritti in campi come il matrimonio, il divorzio, la custodia dei figli e l’accesso alla proprietà e all’eredità. Ci sono leggi che coprono i delitti d’onore, che permettono a un maschio della famiglia che uccide una parente di invocare le attenuanti.
Nonostante la maggior parte dei Paesi arabi, con l’eccezione del Sudan e della Somalia, abbiano ratificato - con vari gradi di entusiasmo - la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, approvata dall’Onu nel 1979, essa non ha avuto un impatto reale sulla condizione femminile.


Oggi il mondo arabo sta costruendo la democrazia, puntando a consolidare il ruolo della legge e dei diritti umani. Crediamo che l’eguaglianza non possa venire raggiunta senza democrazia, e che la piena fruizione della democrazia è possibile solo laddove esiste una completa uguaglianza tra donne e uomini.
Per queste ragioni ricordiamo agli Stati, ai partiti politici e alla società civile nei Paesi arabi che devono fare il possibile perché la dignità delle donne e la loro eguaglianza con gli uomini non vengano di nuovo sacrificate in nome di presunte altre priorità.
Nessuna democrazia può venire costruita a scapito di metà della società. Abbiamo costruito il nostro presente insieme, e insieme costruiremo un futuro migliore". 


La lettera è firmata da Souhayr Belhassen (presidente Fidh, tunisina), BochraBelhadj Hmida (avvocato, cofondatrice ed ex presidente dell’Associazione tunisina delle donne democratiche, tunisina), Shahinaz Abdel Salam (blogger e attivista, egiziana), Nawal El Saadawi (psichiatra, scrittrice e femminista storica, egiziana), Tahani Rached (regista, egiziana), Samar Yazbek (romanziera, siriana),  Azza Kamel Maghur (avvocato e membro del Consiglio libico per i diritti umani, libica),  Wassyla Tamzali (femminista e saggista, algerina)

8 marzo 2012

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