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Nasrin Sotudeh e Jafar Panahi vincitori del Premio Sacharov

oggi la consegna dei Premi

Due sedie vuote, al posto di Nasrin Sotudeh e Jafar Panahi, dissidenti iraniani vincitori del Premio Sacharov 2012, assegnato dal Parlamento europeo a personalità e organizzazioni che si siano distinti per la difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. L'avvocato e il regista iraniani non possono lasciare il paese perchè entrambi in stato di arresto.




Il premio di Nasrin Sotudeh è stato ritirato da Shirin Ebadi, Nobel per la pace nel 2003, e quello di Panahi dalla figlia Solmaz e dal regista Costantin Costa Gavras. “Queste due sedie vuote – ha commentato la Ebadi – sono il segno di come si comporta il regime della Repubblica islamica con i propri cittadini”. “Un regime che da più di trent’anni governa comprimendo i diritti del suo popolo”.




Con l'assegnazione del Premio Sacharov a due attivisti iraniani "il Parlamento europeo - ha dichiarato il Presidente Martin Schulz - riconosce la loro condizione e gli sforzi eccezionali da loro compiuti nella lotta incessante per la dignità umana, le libertà fondamentali e il cambiamento politico in Iran".




Nasrin Sotoudeh, avvocato e difensore dei diritti umani, ha rappresentato dissidenti e politici iraniani antiregime, donne e prigionieri politici. Condannata a sei anni di prigione nel 2010 è oggi detenuta nella prigione di Evin a Teheran, in condizioni di salute critiche a causa dello sciopero della fame che ha terminato lo scorso 4 dicembre. La donna ha iniziato la protesta a causa delle violenze perpetrate contro la sua famiglia, e lo ha interrotto quando è stato revocato il divieto alla figlia di lasciare il Paese. 




Jafar Panahi, regista di film spesso incentrati sulle problematiche dei minori e delle donne in Iran, è stato condannato a sei anni di detenzione e a 20 anni di inabilitazione a dirigere film, per aver appoggiato il Movimento Verde, organizzazione che nel 2009 ha duramente contestato la vittoria elettorale di Ahmadinejad. Nonostante la sua condanna non sia ancora esecutiva, Jafar non può lasciare l'Iran.




"Noi, al Parlamento europeo - ha concluso Schultz - appoggiamo il grido dei vincitori del Premio per la giustizia e la libertà in Iran e il pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. Stiamo onorando queste persone che desiderano un Iran migliore". 

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