Nella giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, vogliamo ricordare il dramma dei bambini soldato, che sempre più frequentemente interessa i Paesi - africani e non - colpiti dalle guerre.
Secondo l’articolo 38 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, approvata il 20 novembre 1989, i bambini hanno il diritto di essere protetti durante una guerra e, in caso abbiano meno di 15 anni, il diritto e il dovere di non essere arruolati nell’esercito.
Come sappiamo, questa prescrizione non viene sempre applicata. Emblematico in tal senso è il caso di Thomas Lubanga, comandante dell’Unione dei Patrioti Congolesi condannato dalla Corte Penale Internazionale a 14 anni di carcere per aver arruolato minori durante il conflitto del 2002-2003.
Nei Paesi più colpiti dal fenomeno dei bambini soldato - Uganda, Sudan, Congo - c’è però anche chi ha deciso di dedicare la propria vita a soccorrere i più piccoli e a metterli in salvo dai guerriglieri. È il caso di Sam Childers, attivista americano vincitore del Premio Madre Teresa per la giustizia sociale.
L’uomo, originario della Pennsylvania, ha un passato difficile fatto di droga e violenza che lo ha portato a diventare la guardia armata di uno spacciatore. Preoccupato dei rischi di questa vita e colpito dalle dure parole del padre, un ex marine, Sam inizia una nuova vita: trova un lavoro in un cantiere e scopre la fede. Incontra la sua compagna, diventa padre di una bambina e apre un’impresa edile.
Nel 1998 si reca in Sudan, insieme a un gruppo di missionari, per ricostruire le capanne dei villaggi distrutti dal conflitto. È qui che vede i primi bambini mutilati dalle mine antiuomo.
Sam torna negli Stati Uniti, vende la sua impresa e decide di trasferirsi in Sudan, con l’obiettivo di creare un orfanotrofio per salvare i bambini dalla guerra nel Darfur e dagli attacchi del Lord Resistance Army (LRA), movimento ribelle che si aggirava per i villaggi e aveva già rapito diversi bambini per arruolarli tra i guerriglieri. Per il timore di agguati, durante la costruzione dell’ospedale, Sam di notte dorme con la Bibbia in una mano e un AK47 nell’altra. Una volta terminata la struttura, decide di guidare missioni di salvataggio di bambini soldato nei villaggi e nei territori controllati dal LRA, guadagnandosi il soprannome di Machine Gun Preacher, il predicatore della mitragliatrice.
Oggi l’orfanotrofio di Sam è il più grande di tutto il Sudan e ha ospitato più di mille bambini, per cui la struttura è diventata una vera e propria casa. Qui i ragazzi studiano, pregano, mangiano, e hanno anche un campo di calcio per giocare.
Sam è tornato a vivere con la sua famiglia in Pennsylvania, ma la sua battaglia non è finita: nonostante il conflitto in Sudan sia ufficialmente finito nel 2005, il territorio è ancora occupato da bande di guerriglieri che arruolano i bambini dei villaggi sudanesi - le cifre ufficiali parlano di 10mila giovani sfruttati negli ultimi 5 anni.
Salvare i bambini soldato
Sam Childers e il suo orfanotrofio in Sudan
20 novembre 2013
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