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Siria strategica per Libano e Palestina

analisi sui media del mondo

Il corrispondente diplomatico della BBC Jonathan Marcus scrive che la Siria "potrebbe fare apparire la Libia una realtà del tutto marginale e periferica". Infatti legata a Damasco, dove la repressione ha già causato oltre 200 desaparecidos, è un'alleanza "tra regime iraniano, gruppi radicali palestinesi della Striscia di Gaza ed hezbollah del Libano, un'altra realtà estremamente composita che, a differenza della Siria, non ha goduto di lunga stabilità".

"Mentre in Israele i fautori delle trattative a ogni costo con Assad potrebbero ricevere un duro colpo, crescono anche le inquietudini degli USA - continua Marcus. Infatti, se Gerusalemme teme di trovarsi senza un "nemico prevedibile", Washington non sa più se e per quanto tempo riuscirà a tenere lontane Damasco e Teheran".

Studiosi e dirigenti della primavera araba

Mentre gli USA arrancano e la guida degli occidentali appare sempre più in mano francese, Internet è sia il luogo più promettente per chi cerchi informazioni sull'evolversi degli avvenimenti in Siria, sia la matrice e il mezzo d'espressione dei suoi dissidenti.

Sia la BBC che il blog del quotidiano francese Le Monde Printemps arabe si occupano degli aspetti Web delle proteste. In particolare fanno riferimento alla pagina Facebook The Syrian Revolution 2011, con 120 mila visitatori, dove i membri dell'opposizione hanno posto la seguente domanda: "Il regime, marcio fino al midollo, manterrà veramente la promessa di abolire lo stato d'emergenza o cambierà solamente nome ai suoi noti metodi repressivi?".

Il blog Syria comment del professore americano Joshua Landis dice che le manifestazioni del venerdì si tengono "anche per sottolineare la partecipazione della minoranza cristiana alle lotte".

I principali oppositori 
I protagonisti della rivolta sono però i giovani siriani, di età compresa tra i 20 e i 40 anni. Tra questi Wissam Tarif, che ha tenuto traccia degli arresti arbitrari commessi dalle forze di sicurezza siriane, e Rami Nakhle, che sotto lo pseudonimo di Malath Aumran conduce dal 2008 una battaglia contro tutti gli aspetti più retrivi del regime, a cominciare dal delitto d'onore.

Nakhle, che oggi vive in Libano, ha subito ben 40 interrogatori da parte della polizia siriana che cercava il suo avatar. È autore, tra l'altro, di una campagna di sensibilizzazione via e-mail su come si può eludere la censura utilizzando dei proxy. "La protesta è iniziata via Facebook", spiega ai giornalisti, "ma Facebook costituisce solo l'1 per cento di essa". Che è fatta di tanti giovani che come lui hanno compiuto un viaggio oltre confini mentali e culturali oltre che geografici e tecnologici, e dal dicembre scorso, quando il coetaneo Mohammed Bouazizi si è dato fuoco in una città tunisina, sono confluiti in un unico movimento.

Il dissidente siriano Ammar Abdulhamid dal suo esilio a Washington spiega le esitazioni del suo gruppo oppositori ad avviare le manifestazioni senza un periodo di adeguata preparazione. I suoi colleghi sono per lo più govani intellettuali laici, e si oppongono a tutti i punti di riferimento tradizionali tra cui i Fratelli Musulmani.

Uno snodo nevralgico

Oggi nessuno in Siria direbbe che i movimenti sono vittoriosi. Non si sa se ci saranno ancora grandi manifestazioni dopo la sanguinosa repressione ripresa dai media di tutto il mondo. È importante anche vedere come si comporterà Assad, se farà un uso eccessivo della violenza o annuncerà nuove riforme. Ma è chiaro che la Siria è un nodo nevralgico per il futuro del Medio Oriente.

Syria's spontaneously organised protests (Le proteste spontanee in Siria), di K. Ghattas, BBC, 22 aprile 2011
Syria crisis could change face of the Middle East (La crisi siriana potrebbe mutare il volto del Medio Oriente), by J. Marcus, The BBC, 19 April 2011
Pour la contestation syrienne la lévée de l'état d'urgence n'est pas gage de liberté (Per i contestatori egiziani l'abolizione dello stato d'emergenza non significa libertà, Printemps arabe, 20 aprile 2011
The Syrian Revolution 2011, pagina di Facebook
Syria comment, blog di Joshua Landis

Sul web
In Siria ora ci uccidono, di Jacopo Storni, Corriere della Sera, 26 aprile 2011
Tank contro gli oppositori


(Foto di No Lands to foreign)

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