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Un cordone umano a difesa delle donne

succede a Piazza Tahrir

Il cordone umano in Piazza Tahrir (Foto Reuters)

Il cordone umano in Piazza Tahrir (Foto Reuters)

Il patto tra Fratelli Musulmani e l’esercito egiziano non ha funzionato, e le proteste di Piazza Tahrir hanno nuovamente portato a un cambiamento ai vertici del Paese.
Dopo un anno dalla sua elezione, il Presidente Morsi è stato destituito e arrestato dai militari insieme a 300 esponenti dei Fratelli Musulmani, l’esercito ha designato come Presidente ad interim il capo della corte costituzionale Adly Mansour e il capo delle Forze Armate Abdel al-Sisi ha conquistato il consenso popolare. 

In un clima di incertezza generale, c’è da rilevare almeno una notizia positiva. Dopo le denunce delle associazioni per i diritti umani, nella nuovamente liberata Piazza Tahrir si è formato un cordone di protezione intorno alle manifestanti, per difenderle dalla nuova ondata di violenza che le ha colpite nei giorni delle proteste.

Human Rights Watch ha parlato di 91 aggressioni commesse dal 28 giugno al 3 luglio, diverse delle quali finite in stupri. Il 1 luglio gli attivisti di Tamarod avevano illuminato con lampade d’emergenza la via Mohammed Mahmoud, teatro delle violenze, ma non era stato sufficiente.

L’organizzazione ha descritto scene di uomini che “identificano una donna, la circondano e la separano dai suoi amici” prima di aggredirla, o che trascinano la vittima in un luogo isolato per violentarla. Le donne vengono assalite con coltelli, bastoni, catene e sedie, in un clima di assoluta impunità. 

“Sono stata circondata da una decina di uomini - ha raccontato una donna - ho provato a tenermi stretta alla mano dell’amico che era con noi, ma il gruppo mi ha trascinata via in un attimo. Urlavo, ma nessuno mi aiutava e altri uomini si aggiungevano ai primi, prendendomi anche in giro con falsi sorrisi. Poi mi hanno portata in una via buia accanto alla piazza strappandomi i vestiti, picchiandomi e violentandomi”. Fortunatamente un attivista del gruppo Operazione contro le molestie sessuali, creato proprio con l’obiettivo di proteggere le donne dalle violenze, è riuscito a intervenire e a fermare l’aggressione.

“Il cordone è un’iniziativa giusta - ha dichiarato la giornalista Hania Moheeb, che aveva subito violenza durante le proteste del 25 gennaio 2013 - di cui voglio ringraziare gli uomini e i ragazzi che si curano, se non dell’emancipazione, quantomeno del benessere della donna”. 

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