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"Voglio solo andare via"

Milano e i profughi siriani che dormono nella Stazione Centrale

I centri di accoglienza per i profughi siriani predisporti dal Comune di Milano, Fondazione Progetto Arca e Caritas sono sovraffollati. I posti sono esauriti. E così chi scappa dal conflitto in Siria è costretto a dormire nel mezzanino della Stazione Centrale di Milano.
Tra polemiche politiche locali e nazionali, la città si trova ad affrontare questa emergenza, affidandosi a una rete di solidarietà composta da associazioni e volontari.

“Negli ultimi tre giorni sono arrivati più di 500 profughi - ci spiega Shady Hamadi, scrittore e attivista siriano - ma questo flusso non è improvviso, va avanti da quasi un anno, dall’agosto scorso per la precisione. È possibile aiutare queste persone, come ha dichiarato l’assessore Majorino, portando loro indumenti, la cosa di cui hanno più bisogno in questo momento”.

Il cibo infatti viene loro fornito dalla Fondazione Progetto Arca, che insieme ad altre associazioni - come Islamic Relief, Time for Life, Caritas e Casa della carità - alla Protezione civile e all’aiuto di diverse persone comuni si è attivata per gestire l’emergenza.

“Quando sono andato alla Stazione Centrale per aiutare queste persone, ho incontrato una donna ancora sotto shock, traumatizzata per il viaggio sui barconi che ha dovuto affrontare per arrivare in Italia e alla ricerca di una giacca a vento per proteggersi dal freddo” racconta Shady Hamadi.

Ciò che colpisce di questa situazione è che, di tutti i profughi arrivati a Milano, solamente 8 su 5600 hanno fatto domanda di asilo, mentre gli altri sono partiti per la Germania o la Svezia. Si tratta quindi di persone in transito, che chiedono solo il permesso di lasciare l’Italia. “Il modo migliore per gestire bene l’ondata migratoria, che di certo non si è esaurita con gli arrivi di questi giorni - prosegue Hamadi - sarebbe concedere permessi provvisori di transito per l’Unione Europea, in modo che queste persone possano salire su un treno in Italia e arrivare in Svezia tranquillamente, senza affidarsi ai contrabbandieri. Lo spostamento dei profughi nell’Europa del Nord è infatti in mano ai trafficanti di esseri umani e alle organizzazioni criminali, che chiedono 850 euro a persona per il trasporto fuori dall’Italia. Uno degli sfollati che ho incontrato alla Stazione Centrale mi ha colpito con le sue parole. Pur avendo perso tutto, quest’uomo mi ha detto, con una grande umiltà: ‘Così come paghiamo i contrabbandieri, io ben volentieri pagherei il governo italiano solo per avere il permesso di salire su un treno e arrivare in Svezia senza problemi. Sono sicuro che ci siano italiani che hanno più bisogno di aiuto rispetto a me, io non voglio pesare sullo Stato, voglio solo andare via, e non capisco perché non mi diano il permesso di farlo’”.  

Gli enti e le associazioni che si sono attivate presso la Stazione Centrale continueranno a raccogliere vestiti e generi di prima necessità per i profughi siriani. Per chi volesse contribuire, è possibile portare gli indumenti presso i centri di accoglienza predisposti dal Comune di Milano e gestiti da Fondazione Progetto Arca in Viale Toscana e in Via Aldini.

Martina Landi, Responsabile del coordinamento Gariwo

5 maggio 2014

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