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Perché l'ISIS uccide durante il Ramadan?

Di Shiraz Maher, King's College, Londra

Shiraz Maher è professore al King's College di Londra e uno dei massimi esperti britannici di estremismo islamico. In questo articolo uscito il 5 luglio sulla BBC online spiega perché l'Islam radicale e in particolare l'ISIS vedono il mese sacro ai musulmani, tradizionalmente un mese di preghiera e di astinenza, come un'occasione per compiere carneficine.

Ora si sa che più di 160 persone sono morte nel terrificante attacco di Bagdad di domenica scorsa. E quello è solo uno degli otto diversi attacchi che si crede lo Stato Islamico abbia perpetrato nell’ultimo mese – il mese musulmano del Ramadan.

In totale, più di 300 persone sono morte in tali atrocità, da Orlando a Dacca a Istanbul.

L’ISIS è anche sospettato di essere responsabile di un attacco su uno dei siti più sacri all’Islam lunedì, la Moschea del Profeta a Medina, in Arabia Saudita.

Il Ramadan tradizionalmente viene visto come il mese più santo e spirituale del calendario islamico, un periodo di penitenza e temperanza.

Per 30 giorni, i musulmani si astengono dal cibo e dal bere nelle ore del giorno e credono che Dio perdoni di più, in questo tempo.

Le moschee sono di conseguenza più piene del solito, tipicamente affollate di fedeli che cercano la misericordia e le benedizioni divine.

Contrapposto al puritanesimo ascetico c’è il punto di vista dei radicali, che guardano al Ramadan come a un mese di conquiste e saccheggi.

Essi credono che sia un momento opportuno per imprimere un’escalation alla loro guerra millenaria contro la civiltà, e quindi lanciano più attacchi del normale.

Di certo, l'antenna ufficiale di Al Qaeda in Siria, il Fronte Nusra, l’ha descritto come “il mese delle conquiste”.

Mentre il Ramadan si avvicinava, il portavoce dell’ISIS Abu Mohammed al-Adnani ha detto ai sostenitori in tutto il mondo: “Preparatevi, siate pronto a farne un mese di sciagure per i non credenti ovunque si trovino.. Questo compito spetta specialmente ai combattenti e i sostenitori del califfato in Europa e America".

Questa è la chiamata alle armi che probabilmente ha scatenato i lupi solitari come Omar Mateen, che ha massacrato 49 avventori di un bar gay a Orlando, Florida, dopo avere giurato fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi, l’autoproclamato Califfo che attualmente governa su una porzione significativa della Siria e dell’Iraq.

'Il sentiero di Allah'

La credenza nel Ramadan come un mese di guerra deriva dalla stessa storia islamica.

Il Profeta Maometto ha dichiarato la sua prima jihad, nota come la Battaglia di Badr, durante il Ramadan, nel 624.

Otto anni dopo ha anche conquistato la Mecca durante il mese del Ramadan, rivendicando quindi la città che ospita uno dei siti più sacri dell’Islam di oggi: la Kaaba.

L’attacco alla tomba del Profeta ha causato un grande choc nel mondo islamico, sollevando la questione del perché l’ISIS scelga di bombardare il sito di sepoltura della figura più centrale dell’Islam.

L’ISIS adotta una forma di Islam ultraletterale e puritana che, contrariamente a quanto crede la maggioranza dei musulmani, predica la credenza che la Moschea del Profeta sia in realtà solo un mausoleo, perché il Profeta in realtà sarebbe sepolto dentro i suoi confini. Per questo, lo considera come un qualcosa che distrae la gente dal culto dell’unico Dio e crede che il sito dovrebbe essere demolito.

Quella modalità di pensiero alimenta la credenza radicale che la stessa jihad, in se stessa, sia molto di più di un’azione militaristica. È vista invece come un atto di culto simile agli ordinari atti rituali e viene combattuta "fi sabil Allah" (sul sentiero di Allah).

Abdullah Azzam, che spesso è descritto come “il padrino della moderna jihad” perché ha condotto i primi foreign fighters arabi in Afghanistan durante gli anni ’80, ha sostenuto che “trascurare la jihad sia come abbandonare il digiuno e la preghiera”.

Più tardi, egli ha scritto: “La jihad è la forma più eminente di culto, e attraverso essa i musulmani possono raggiungere il più alto rango [tra le creature del Paradiso] ".

Interpretazioni estremiste

I musulmani comuni giustamente si disperano a sentire queste interpretazioni della jihad e del suo legame con il Ramadan.

Per loro è un mese di morigeratezza e riflessione – ma la crisi del moderno Islam è tale per cui le interpretazioni estremiste della stessa idea sono quasi completamente separate dalla comune comprensione delle norme di questa religione.

Per la mente radicale, se nel Remadan sono incentivati più preghiere ed elemosina, perché allora anche non più carneficine?

Se la si vede in questo modo, si capirà precisamente la linea del ragionamento che ha dato origine a una tale serie di carneficine quest’anno.

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