Due ex gerarchi del regime militare guatemalteco, Francisco Reyes Giron e il suo comandante regionale Heriberto Valdez Asij, sono alla sbarra per gli abusi contro le donne indigene commessi negli anni '80 del Ventesimo secolo dall'esercito.
Secondo l'ONU le violenze sessuali rientrano tra le armi di guerra adottate dai militari al potere a quel tempo. Per 36 anni, infatti, nel Paese si è svolta una guerra tra l'esercito e i movimenti di guerriglia di sinistra, che avrebbe mietuto almeno 245.000 vittime secondo dati delle stesse Nazioni Unite.
In Guatemala è il primo processo per questi crimini. Presenti in aula sono le 11 presunte vittime, vestite con tradizionali abiti Maya e a volto e capo coperti. Anche altre donne si sono coperte il capo per solidarietà.
Il tribunale ha ricevuto nel 2011 una denuncia secondo cui almeno 15 donne indigene, tra il 1982 e il 1983, sarebbero state detenute nel distaccamento militare Sepur Zarco, situato nel nord del Guatemala, dove furono stuprate e ridotte in schiavitù. Almeno quattro di loro sarebbero poi sparite. Dopo 34 anni dai fatti, secondo la legge guatemalteca tali crimini rischiano di cadere in prescrizione. Per questo Paula Barrio, presidente del gruppo Mujeres transformando el mundo, ha dichiarato: "Abbiamo compiuto un passo certo verso la giustizia".