La sopravvissuta al genocidio ruandese racconta la costruzione di un Ruanda pacifico a 17 anni dalle peggiori atrocità.
Per la scrittrice i giovani sono il futuro, è a loro che bisogna dedicare gli sforzi di educazione alla pace creando un Giardino dei Giusti a Kigali, dove onorare chi ha rischiato la vita per salvare Tutsi e Hutu moderati e chi ha lottato per la verità e contro il negazionismo.
"Il Ruanda vuole vivere"
Gabriele Nissim intervista Yolande Mukagasana

Un fotogramma dell'intervista
1 marzo 2011
Approfondimenti su Gariwo
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- sostieni la campagna con una firma
- Jacqueline Mukansonera [biografia]
- la donna hutu che salvò Yolande Mukagasana
- La morte non mi ha voluta [libro]
- Yolande Mukagasana, La meridiana, Molfetta, 1998
- 16° anniversario del genocidio ruandese [articolo]
- presentazione delle candidature al Nobel per la Pace
- La collina dei Giusti del Ruanda [editoriale]
- editoriale di Yolande Mukagasana
Ruanda 1994
lo sterminio dei tutsi e degli hutu moderati
Dal 6 aprile al 16 luglio 1994 si compie in Ruanda, piccolo Stato dell’Africa centrale, nella regione dei Grandi Laghi, il genocidio dei tutsi e degli hutu moderati per mano degli ultrà dell’Hutu Power e dei membri dell’Akazu.
La regione Ruanda-Burundi, esplorata a fine ‘800 dai tedeschi, viene affidata con mandato della Società delle Nazioni, nel 1924, al Belgio. Forti delle teorie fisiognomiche ottocentesche, i belgi si appoggiano, nello sfruttamento coloniale, all’etnia tutsi, che si era conquistata la corona intorno al XVI secolo, unificando il Paese e instaurando un regime monarchico di tipo feudale, sottomettendo gli hutu e i twa. Nel 1933 i belgi inseriranno l’etnia di appartenenza (hutu e tutsi) sui documenti di identità ruandesi.
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Multimedia
Gabriele Nissim al Festival Diritti Umani di Lugano
"I Giusti insegnano ad assumersi una responsabilità"

La storia
Zura Karuhimbi
curatrice ruandese, sfruttando la superstizione salvò dozzine di Tutsi dal genocidio