Il cittadino franco-ruandese Claude Muhaymana, 51 anni, sta per essere consegnato dalla Francia alle autorità ruandesi secondo l'agenzia di stampa AFP, che tuttavia sottolinea che il governo francese non ha ancora approvato il provvedimento.
Tra Parigi e Kigali c'è un clima piuttosto teso a causa delle responsabilità dell'ex potenza coloniale nel genocidio del 1994.
Le accuse rivolte a Muhaymana sono di aver preso parte al genocidio e a crimini contro l'umanità nel 1994 in Ruanda, ma suoi legali sono convinti che il giudizio spetti alla Corte Internazionale per il Ruanda con sede ad Arusha (Tanzania) mentre nelle corti ruandesi "non sussisterebbero le condizioni per un equo processo data la situazione".
L'ambasciatore ruandese in Francia Jacques Kabale ha invece dichiarato che il suo Paese è del tutto capace di garantire l'imparzialità del procedimento.
In soli cento giorni in Ruanda nel 1994 il genocidio perpetrato dagli hutu causò oltre un milione di vittime tra i tutsi e gli hutu moderati.
Prima estradizione dalla Francia in Ruanda
di un responsabile del genocidio del 1994
3 aprile 2012
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Ruanda 1994
lo sterminio dei tutsi e degli hutu moderati
Dal 6 aprile al 16 luglio 1994 si compie in Ruanda, piccolo Stato dell’Africa centrale, nella regione dei Grandi Laghi, il genocidio dei tutsi e degli hutu moderati per mano degli ultrà dell’Hutu Power e dei membri dell’Akazu.
La regione Ruanda-Burundi, esplorata a fine ‘800 dai tedeschi, viene affidata con mandato della Società delle Nazioni, nel 1924, al Belgio. Forti delle teorie fisiognomiche ottocentesche, i belgi si appoggiano, nello sfruttamento coloniale, all’etnia tutsi, che si era conquistata la corona intorno al XVI secolo, unificando il Paese e instaurando un regime monarchico di tipo feudale, sottomettendo gli hutu e i twa. Nel 1933 i belgi inseriranno l’etnia di appartenenza (hutu e tutsi) sui documenti di identità ruandesi.
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Multimedia
Intervista a Pierantonio Costa
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La storia
Romeo Dallaire
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