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"Abusi come quelli dei nazisti"

presentato il rapporto ONU sulla Corea del Nord

Gli esperti delle Nazioni Unite che hanno indagato sul rispetto dei diritti umani nel Paese comunista hanno rilevato "atrocità indicibili, in grado di evocare le immagini dei campi di concentramento nazisti" nell'ambito di una violenza di Stato "di larga scala".
Il presidente della Commissione d'Inchiesta, composta di tre membri, Michael Donald Kirby, ha citato la testimonianza di una donna che ne ha vista un'altra costretta ad annegare io suo neonato e il racconto di un uomo che aveva dovuto radunare e bruciare i corpi dei compagni di prigionia lasciati morire di fame. 

Gli internati nei lager coreani sarebbero tra i 120.000 e i 200.000 secondo le stime. La differenza potrebbe essere dovuta alle frequenti morti di lavoro forzato e d'inedia. L'Ambasciatrice degli Stati Uniti presso il Consiglio dei diritti umani dell'ONU ha dichiarato che "il rapporto ha iniziato a far luce sulle terrificanti realtà della vita in Corea del Nord e a sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sulla tragedia in corso e le condizioni barbare che ci sono lì". 

Quali misure contro il Paese trasgressore?


Inoltre ha dichiarato di considerare l'indagine ONU "una piccola, ma significativa breccia" nel blocco delle informazioni imposto dalle autorità della Corea del Nord. Il rapporto completo sarà presentato a marzo. Non si sa che misure potrebbe prendere l'ONU. Infatti ogni ipotesi di deferire il caso al Consiglio dei diritti dell'uomo dovrebbe essere approvato dai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza, che includono la Cina, alleata con Pyongyang. 

Anche se Pechino non si è formalmente opposta all'indagine, un diplomatico cinese presente a Ginevra in questi giorni ha criticato i risultati del rapporto provvisorio dichiarando che "le accuse politicizzate e le pressioni non sono utili ai fini del miglioramento dei diritti umani in nessun Paese". Quanto al governo nordcoreano, naturalmente rifiuta in blocco le conclusioni della Commissione. Il vocabolo ricorrente nei comunicati dei due regimi è confrontation, un termine aggressivo che però non ha fatto retrocedere Kirby dal chiedere a Pyongyang "prove irrefutabili" contrarie alle testimonianze citare nel rapporto. 

18 settembre 2013

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