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Anatoly Razumov e il Martirologio di Leningrado

di Francesco Bigazzi

Anatoly Razumov, con il suo Centro nomi restituiti di San Pietroburgo, dal 2000 dedica la sua vita a conservare la memoria di milioni di vittime stritolate dagli atroci ingranaggi del comunismo sovietico che ha avuto nello stalinismo la sua massima espressione. Pubblichiamo di seguito una riflessione del giornalista Francesco Bigazzi, alla luce delle nuove ricerche di Razumov:


Gli occhi sempre più rossi, assediati dalla fatica stampata nelle occhiaie che si allargano in cerchi sempre più ampi, Anatoli Razumov, mi ha consegnato il 12mo volume dell’opera monumentale “Leningradskij Martirolog” (Martirologio di Leningrado). “Tutta la vita dedicata a ridare un nome a un esercito, senza dubbio il più vasto della storia, di persone che nella maggioranza assoluta dei casi restano sconosciute”, ho pensato con un velo di tristezza. Il sorriso dolcissimo di Anatoli mi coglie di sorpresa. Mentre mi consegna con orgoglio la sua ultima fatica, i suoi occhi sono attraversati da un bagliore che ha l’effetto straordinario di scacciare il mio attimo di tristezza con la stessa fretta con cui mi aveva sorpreso.

Il “Centro nomi ritrovati” è Anatoli, due vecchie collaboratrici in una stanza di 2 metri per tre nella Biblioteca Nazionale di San Pietroburgo, e un numero sterminato di collaboratori sparsi negli 11 fusi orari della Russia. Anatoli, “quanti libri hai ancora intenzione di pubblicare?”, gli chiedo con tono scherzoso. “Francesco, non posso pubblicare più di un libro l’ anno. Non riesco neppure a immaginare quante vite mi occorrerebbero. Spero solo di trovare qualcuno che continui la  mia opera”, risponde per la prima volta rattristato.

Comincio a scorrere il volume, 400 pagine fitte fitte con lettere minuscole, e mi accorgo che qualcosa è cambiato. Per la prima volta c’è una ricca documentazione fotografica. Un terzo del libro è dedicato non più all’elenco dei nomi ritrovati, ma a una lunga raccolta di storie, confessioni, ricordi. Materiali importantissimi che ricreano non solo l’atmosfera dell’epoca, ma fanno emergere come, a distanza di oltre mezzo secolo, sta aumentando la volontà dei pochi superstiti e di un numero crescente di discendenti di coprire un vuoto familiare doloroso, di chiamare per nome le ombre dei cari che popolavano la stragrande maggioranza delle abitazioni dell’ex-Unione Sovietica.

Materiale sconfinato, incredibile immaginare che possa essere stato gestito da un uomo solo, che trova una dimensione reale nelle ultime quattro pagine che vanno sotto il titolo “Statistica”.

Anatoli Razumov, nel 12mo volume, è riuscito a restituire un nome, a trovare il luogo di sepoltura e a rinvenire tantissimi altri dettagli (la condanna, gli aguzzini che l’hanno eseguita, le prigioni dove hanno sofferto, la loro professione, l’appartenenza politica etc) di 1657 persone scomparse nel buco nero del Comunismo Sovietico. Per l’esattezza 1514 (91,4%) uomini e 143 (8,6%) donne.

Le statistiche, come le presenta Razumov, narrano una storia a parte. Non sono più freddi numeri, ma descrivono un mondo che coinvolge tutta la società. Leggiamone alcune:
                   
                                           uomini              donne                                  totale
ETA’
Minore di 20 anni                5(0,3%)                                                         5(0,3%)
Da 20 a 29 anni                119(7,9%)        10(6,9%)                             129(7,8%)
Da 30 a 39 anni              444(29,3%)        46(32,2%)                           490(29,6%)
Da 40 a 49 anni              437(28,9%)        49(34,3%)                           486(29,3%)
Da 50 a59 anni                304(20,1%)       23(16,1%)                           327(19,7%)
Oltre 60 anni                     205(13,5%)     15(10,5%)                            220(13,3%)
Il più giovane                    18 anni              23 anni
Il più vecchio                     83 anni             74 anni

NAZIONALITA’
Russi                                 898(59,3%)       66(46,2%)                        964(58,2%)
Finlandesi                           91(6%)                4(2,8%)                          95(5,8%)
Ebrei                                  78(5,1%)             4(2,8%)                              82(5%)
Polacchi                              38(2,5%)           9(6,3%)                            47(2,9%)
Tedeschi                             42(2,8%)           4(2,8%)                            46(2,8%)
Estoni                                  39(2,6%)           1(0,7%)                            40(2,4%)
Lettoni                                  29(1,9%)          3(2,1%)                            32(1,9%)
Bielorussi                             27(1,8%)          1(0,7%)                            28(1,7%)
Ucraini                                  22(1,4%)             ---                                 22(1,4%)

Seguono le altre nazionalità: Lettoni 9(0,5%); Tartari 6(0,4%); Armeni 4(0,2%); Bulgari 4(0,2%); Greci 4(0,2); Ungheresi 2(0,1%); Careli 2(0,1%); Georgiani 2(0,1%); Svedesi 2(0,1%). Buriati-Mongoli, Tedeschi del Volga, Komi, Izhorzhu, Lettoni, Moldavi, Mordovia, Osetini, Francesi, uno per nazionalità.
Non esistono dati  di 209 uomini (14,4%) e 48 donne (33,5%)

Appartenenza Politica
Senza Partito                     928(61,3%)      79(55,2%)                  1.007(60,8%)
Candidati o ex-candidati
VKP(b)                                  17(1,1%)         1(0,7%)                          18(1,1%)
Membri o ex-membri
VKP(b)                               254(16,8%)   11(7,7%)                           265(16%)
Senza dati                         315(20,8%)   52(36,4%)                       367(22,1%)
          

16 giugno 2014

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