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È sull'idea di "paradiso" che sconfiggeremo i terroristi. Verso un nuovo Giardino in Tunisia

di Gabriele Nissim

Il parco di Sidi Bou Said

Il parco di Sidi Bou Said

Ho vissuto in prima persona gli effetti di un attentato terrorista in Tunisia. Ero in riunione con il sindaco Calil Cherif di Sidi Bou Said, una bellissimo comune vicino a Cartagine. Avevamo appena definito il progetto di creare un Giardino dei Giusti in un grande parco pubblico, quando è arrivata la notizia. Immediatamente il sindaco e l'assessore alla cultura hanno avuto una reazione di sconforto: "Questi terroristi vogliono distruggere il Paese e spaventare i turisti. Finalmente il turismo si stava riprendendo e loro vogliono creare panico”.

Poi ci siamo guardati tutti con apprensione, ma il sindaco ci ha detto che un importante antidoto al terrorismo è la nuova speranza che possiamo dare ai giovani proponendo il valore di figure ideali. "Il Giardino servirà per indicare una strada nuova. Con questo Giardino educheremo i ragazzi delle scuole e cercheremo di insegnare loro a rispettare l’altro e a prendere come esempio coloro che, come Hamadi Ben Abdesslem (la guida tunisina che ha salvato cinquanta italiani durante l'attentato al Museo del Bardo del 2015), lottano ogni giorno contro il terrorismo per la condivisione di culture diverse.
Ci siamo lasciati con l'impegno di arrivare quanto prima all'inaugurazione del Giardino. "Voi ci avete dato un sollievo in una giornata terribile”. Così mi ha salutato il sindaco. Un’ esperienza indimenticabile.

Aggiungo una riflessione, appena rientrato a Milano. Un modo per aiutare i tunisini è tornare a passare senza paura le vacanze in Tunisia. Così si aiuta la loro economia e si impedisce il piano dei terroristi che vogliono un Paese senza stranieri e in preda alla crisi. Le spiagge piene di giovani sulle coste della Tunisia sono forse la migliore risposta all'attentato di oggi.
Sophie, la moglie dell'Ambasciatore italiano a Tunisi Lorenzo Fanara, dopo l'attentato ci ha invitato a casa sua e ha dato l'esempio di come comportarsi.
A chi la chiamava preoccupata dall'Italia per avere notizie della situazione ha risposto che la Tunisia è un Paese sicuro e che non bisognava creare panico inutile. "La Tunisia è bellissima e vale la pena di fissare un volo il più presto possibile”. Così ha risposto ai suoi amici.

In questo viaggio ci ha sempre accompagnato Hamadi Ben Abdesslem, che ogni giorno con la sua storia lancia in Tunisia un messaggio importante ai giovani: il vero paradiso non è quello che raccontano i jihadisti quando si fanno esplodere in mezzo alla folla, ma quello che si costruisce su questa terra, giorno dopo giorno, prendendosi cura degli esseri umani. Chi aiuta l'altro e salva delle vite è colui che rende il mondo migliore, perché ci fa capire che la bellezza della vita è la ricchezza della pluralità umana. La Tunisia è più bella quando convivono insieme musulmani, ebrei e cristiani. La missione di questo Paese è quello di essere un ponte con l'Europa e un esempio di democrazia in tutto il Medio Oriente.
Non ci avevo mai pensato, ma Hamadi me lo ha fatto capire. La battaglia culturale contro i terroristi si vincerà proprio attorno al concetto di paradiso.
Loro vogliono l'inferno e fanno credere ai giovani che solo quello sarà la liberazione. Invece è la vittoria della vita sulla morte che da un senso alla nostra esistenza. Vivere la speranza e il futuro rappresenta l'antidoto più efficace contro l'ideologia nichilista dei militanti dell’Isis.

Ecco perché il nuovo Giardino dei Giusti, accanto a quello nell'Ambasciata italiana, deve diventare il più importante del mondo arabo.
A Sidi Bou Said e La Marsa, dove costruiremo il nuovo progetto, si parlano lingue diverse: arabo, francese e italiano. Quando sei in un ristorante rimani stupito perché c'è sempre qualcuno che comincia a parlare con te in italiano, anche se poi ti racconta che non ha mai visitato il tuo Paese. Ecco la differenza che ti fa comprendere l'apertura di un Paese che non vuole accettare l'idea di una gabbia chiusa come vorrebbero i fanatici che hanno ieri seminato il terrore. Ecco perché ho grande fiducia, oggi più che mai.

Gabriele Nissim

Analisi di Gabriele Nissim, Presidente Fondazione Gariwo

28 giugno 2019

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