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Un riformatore reazionario

storia di Zhou Youguang

Zhou Youguang, morto a 111 anni  a Pechino, è definito dal New York Times "l'uomo che ha reso l'alfabeto cinese simile all'ABC". Dopo la presa del potere di Mao era rientrato in Cina dagli Stati Uniti, dove aveva studiato Economia, per contribuire a edificare lo Stato socialista. Nel corso degli studi all'estero aveva anche sviluppato un personalissimo interesse per la Linguistica, e il compito che si era prefisso era quello di aiutare ad alfabetizzare la popolazione rurale del nuovo Stato. 

Per fare ciò inventò il sistema detto pinyin, che da 60 anni è lo standard internazionale di trascrizione del cinese. Prima del pinyin, che utilizza i 21 caratteri dell'alfabeto latino per trascrivere le parole del cinese, questa lingua era costruita secondo le esigenze e le tradizioni - per certi versi meritocratiche, ma estremamente discriminatorie - delle classi più agiate dell'epoca imperiale. Inoltre, all'estero si usavano sistemi di trascrizione che rispecchiavano un approccio colonialista alle culture extra-europee. 

Per capire l'importanza di questa semplificazione, si consideri che un cinese colto, se scrive nel sistema tradizionale, impiega 30.000 diversi caratteri, spesso dalla grafia molto complicata, mentre per leggere un giornale cinese serve conoscerne 8.000 e per esprimersi nel quotidiano se ne impiegano 3.000. Contro i 21, massimo 26 caratteri degli alfabeti occidentali. 

Grazie al pinyin, oggi il tasso di analfabetismo tra i cinesi è solamente del 5%.

Nonostante il ruolo nel porre le basi di un progresso sociale, la fortuna di Zhou Younguang con le autorità comuniste fu di breve durata, perché lui diventò presto un critico molto determinato del regime.

Nel 1969 i leader comunisti lo definirono una "autorità accademica reazionaria" nell'ambito di quella che è stata definita la "Rivoluzione Culturale" e fu, in realtà, secondo molti storici e scrittori, il tentativo di Mao Zedong di mantenersi al potere aizzando i giovani contro tutte le autorità culturali e morali più credibili del Paese - come appunto le persone che avevano fatto molto per l'edificazione del Paese dopo il 1949, ma non si allineavano al pensiero del dittatore. 

Zhou Youguang trascorse più di due anni a terrazzare il riso in un campo di lavoro forzato cinese, per poi tornare a svolgere i suoi lavori di traduzione in un piccolo appartamento di Pechino, dal quale aveva sporadici contatti con la stampa occidentale, nei quali esprimeva costanti critiche verso il regime.

"Che cosa fanno, verranno a portarmi via?" chiedeva ai giornalisti stranieri fino a poco prima di morire. 

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