Lo storico e Consigliere scientifico di Yad Vashem, Yehuda Bauer, ha scritto un nuovo libro, The Impossible People, dedicato al passato e al futuro del popolo ebraico. Per l'occasione, il quotidiano israeliano Haaretz lo ha intervistato. Ne è emerso un lungo colloquio su alcune problematiche cruciali.
La
posizione di Bauer sul tema mediorientale è netta: ammettendo le
responsabiltà di entrambe le parti in causa nella questione - e non
risparmiando toni molto duri nei confronti del premier israeliano
Benjamin Netanyahu - lo storico rifiuta la soluzione di uno Stato bi-nazionale, che "non ha alcuna possibilità di realizzarsi, perchè significherebbe una guerra civile permanente".
In
questa intervista Bauer affronta anche, con l'apertura che lo
contraddistingue, temi ancora dibattuti nel discorso pubblico - non solo
israeliano. A partire dall'accusa, rivolta alla comunità
internazionale, di avere abbandonato gli ebrei durante la Shoah. Non
esita a definire il mancato bombardamento su Auschwitz-Birkenau un
fallimento morale, sostenendo che "le camere a gas sarebbero dovute
essere bombardate non perchè fosse possibile salvare gli ebrei, ma
perchè questo avrebbe inviato un messaggio morale, che qualcuno teneva
alle grandi masse di vittime".
Le tragiche
scelte che toccarono gli uomini di quel tempo si dovettero largamente
alla scelta tedesca di imbarcarsi in una guerra che aveva scopi
meramente ideologici e non economici. Hitler, ricorda Bauer,
voleva sterminare gli ebrei - e convinse il suo popolo a farlo - perché
pensava che avrebbero potuto dominare il mondo. Lo rivela un memorandum
segreto dello stesso dittatore inviato a Goering nel 1936.
Molto interessante è quanto afferma lo storico in merito alla prevenzione dei genocidi,
considerata un necessario obiettivo della celebrazione della Giornata
dei Martiri e degli Eroi dell'Olocausto - giornata altrimenti destinata a
divenire una cerimonia di pura retorica. Bauer definisce infatti slogan
vuoti di senso i continui "Mai più", pronunciati quando in realtà i
genocidi continuano a ripetersi e richiama la comunità internazionale a un impegno concreto per la prevenzione dei genocidi.
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