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Elezioni in Kosovo

un successo o un fallimento?

Domenica 3 novembre, elezioni municipali in Kosovo. Previste dall’accordo firmato nello scorso aprile da Pristina e Belgrado le consultazioni sono state viste come una sorta di cartina tornasole dello stato dei rapporti tra la maggioranza albanese e la minoranza serba del Paese.

In attesa di conoscere i risultati ufficiali, si fanno strada i primi bilanci di queste consultazioni. “Il fatto che le elezioni municipali siano state organizzate - ha dichiarato Stefano Pasta, dell’Università cattolica di Milano - è comunque un elemento positivo e dimostra l’importanza della mediazione dell’Unione Europea, che è riuscita dove nessuno pensava che avrebbe avuto successo. Solo un anno fa, la maggior parte degli analisti riteneva impossibile anche solo organizzare delle elezioni indette da Pristina nelle enclave serbe del nord”.

Infatti, per la prima volta dal 2008 i serbi hanno partecipato a un voto organizzato da Pristina, in seguito al quale verrà data una forma concreta alle comunità autonome serbe, prima amministrate da strutture parallele controllate da Belgrado. Questa particolare gestione delle municipalità del nord del Kosovo derivava dalla decisione del 1999 di affidare il governo all'autorità di Pristina e il finanziamento delle istituzioni di sicurezza, giustizia, salute ed educazione a Belgrado, per tutelare la popolazione serba del Kosovo settentrionale.

Durante la giornata elettorale, in un clima di evidente tensione, ci sono stati episodi di violenza e di pressione su coloro che si recavano alle urne. In serata, un gruppo di estremisti ha attaccato a Mitrovica il seggio della scuola Sveti Sava, interrompendo in anticipo il processo elettorale e spingendo l’OSCE a ritirare i suoi osservatori.

“Certo, durante le elezioni ci sono stati dei problemi - ha commentato Pasta - ma occorre ricordare che nelle municipalità a sud del fiume Ibar, in cui l’integrazione nello Stato kosovaro è già iniziata, il voto si è svolto regolarmente. Ora tuttavia è fondamentale capire se verrà riconosciuta la legittimità di queste elezioni. In caso positivo si aprirebbe la strada per una fase nuova, ovvero per l’inclusione delle municipalità del nord all’interno dello Stato kosovaro. Il mantenimento dello status quo non conviene a nessuno, rischia solo di favorire una zona fuori controllo, dove non mancano i traffici illegali”.

Le municipalità del nord del Kosovo, a maggioranza serba, hanno da sempre rifiutato qualsiasi forma di collaborazione con il governo di Pristina, sentendosi invece ancora legate all’autorità di Belgrado. Questo territorio è stato spesso teatro di violenze, l’ultima delle quali ha visto l’uccisione, a Mitrovica, di un agente lituano di EULEX, la missione europea che ha gestito il processo di pace e la normalizzazione dei rapporti tra Pristina e Belgrado e tra Pristina e le municipalità del nord.

5 novembre 2013

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