Gariwo
QR-code
https://it.gariwo.net/magazine/pulizia-etnica-e-genocidio-nei-balcani/karadzic-colpevole-del-genocidio-di-srebrenica-14851.html
Gariwo Magazine

Karadzic colpevole del genocidio di Srebrenica

sentenza storica all'Aja

Il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, con sede all’Aja, ha ritenuto Radovan Karadzic colpevole per il genocidio di Srebrenica. La Corte ha assolto Karadzic, per insufficienza di prove, da una delle accuse di genocidio riguardante crimini commessi in alcuni villaggi della Bosnia Erzegovina. Per queste stesse vicende, l'imputato è stato giudicato invece colpevole di crimini contro l'umanità, omicidio e persecuzione. Karadzic è stato inoltre ritenuto responsabile anche per i reati contestati in relazione all'assedio di Sarajevo - durato dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996 - e dell'utilizzo di 284 caschi blu dell'Onu come scudi umani. Nonostante la richiesta dell'ergastolo da parte del Procuratore, il Tribunale ha condannato Karadzic a 40 anni di carcere.

La sentenza ha una grande rilevanza storica, in quanto Karadzic è il leader di più alto livello a ricevere un verdetto definitivo dal Tribunale - dal momento che il presidente serbo Slobodan Milosevic è deceduto in cella nel 2006 prima che i giudici giungessero a sentenza contro di lui. Il processo è durato sei anni e mezzo, con oltre 600 testimoni, 11mila reperti e decine di migliaia di documenti.

Karadzic era fondatore e presidente del Partito Democratico Serbo (Srpska Demokratska Stranka, SDS) della Repubblica Socialista della Bosnia-Erzegovina. Il 13 maggio 1992 - dopo che il governo prevalentemente musulmano della capitale Sarajevo votò per l’uscita dalla Federazione Jugoslava - divenne il primo Presidente dell'amministrazione serbo-bosniaca, assumendo tra i suoi poteri anche il comando dell'esercito. Egli era quindi la massima autorità civile e militare della Republika Srpska

Incriminato nel 1995, Karadzic fu arrestato solo il 21 luglio 2008. Il processo a suo carico è iniziato nell’ottobre 2009, con 11 capi di accusa - tra cui due per genocidio, cinque per crimini contro l’umanità e quattro per violazioni delle leggi e degli usi della guerra. Nel dettaglio, Karadzic è stato accusato di aver compiuto, in concerto con altri componenti delle forze armate - tra cui il generale Ratko Mladic, a sua volta sotto processo all’Aja - atti volti allo sterminio della popolazione croata e musulmana, con lo scopo di rimuovere tali gruppi etnici dalla Bosnia-Erzegovina. Tra tali episodi, il più noto è il massacro di Srebrenica dell’11 luglio 1995, emblema del conflitto balcanico, durante il quale le truppe di Mladic uccisero più di 8mila tra uomini e ragazzi.

Una volta alla sbarra, Karadzic ha continuato a dichiararsi innocente, nonostante le testimonianze dei sopravvissuti. “Non provava dolore, né rimorso - hanno raccontato diversi testimoni - ma anzi cercava ancora di incolpare noi. È arrivato a dire che le vedove e le mogli di Srebrenica avevano seppellito delle bare vuote solo per danneggiare la sua immagine”.

A più di vent’anni dalla fine della guerra, il Paese è ancora diviso, e la sentenza ai danni di Karadzic rischia di esacerbare ulteriormente le tensioni. Le fratture tra gruppi etnici che hanno portato al conflitto non si sono sanate con la fine delle ostilità. Al contrario, il trattato di pace di Dayton del 1995 ha di fatto cristallizzato tale frammentazione, dividendo la Bosnia in due principali entità, la Federazione croato-musulmana e la Repubblica Srpska, serba. A livello politico, vengono eletti un presidente croato cattolico, uno serbo ortodosso e uno bosniaco musulmano.
Il congelamento delle divisioni etniche è stato solidificato anche dal censimento della popolazione del 15 ottobre 2013, il primo dopo la guerra - i cui dati ufficiali non sono ancora stati resi pubblici. Ai cittadini veniva infatti richiesto di specificare la propria appartenenza etnica, sbarrando una delle tre caselle a disposizione o scrivendo per esteso il proprio gruppo in un apposito spazio, ma non esisteva una casella che indicasse la semplice cittadinanza “bosniaco erzegovese”.

Se la politica risulta così divisiva, la memoria non segue una strada diversa. Se per musulmani e croati Karadzic è un criminale di guerra, per i serbo bosniaci continua ad essere uno dei fondatori della Repubblica. Proprio per questo, pochi giorni prima della sentenza dell’Aja, il presidente serbo bosniaco Milorad Dodik ha inaugurato un dormitorio universitario dedicato a Karadzic, invitando la moglie e la figlia dell’ex presidente serbo a scoprire la targa in suo onore.

“Radovan Karadzic è stato processato - dicono molti attivisti - ma non lo è stato il suo progetto, ovvero la Repubblica Srpska”. Se oggi è infatti fallito il sogno di dominio militare dell’ex leader serbo bosniaco, il suo progetto politico è ancora reale, e anzi è rafforzato da un sistema educativo che prevede programmi scolastici diversi per i vari gruppi etnici, soprattutto nell’insegnamento della storia. 

Martina Landi, Responsabile del coordinamento Gariwo

24 marzo 2016

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati