L'accusa chiedeva "almeno 20 anni di reclusione", la Corte dell'Aja l'ha assolto per sei capi d'imputazioni concernenti crimini di guerra compiuti dai kosovari nel "campo di internamento improvvisato" (la definizione è di Osservatorio Balcani) di Jablanica: Ramush Haradinaj che comandava l'UCK non ha commesso il fatto.
Cadono dunque anche le ultime delle 37 accuse (comprendenti maltrattamenti, deportazione, stupro, imprigionamento illegale, tortura, omicidio e sequestro di persona) che erano state rivolte al leader kosovaro nel 2005, quand'era Primo Ministro della Repubblica del Kosovo. L'uomo si era dimesso e consegnato volontariamente al Tribunale per i crimini commessi nella ex Jugoslavia. Nel 2008 era stato assolto, ma la Corte due anni dopo aveva disposto un riesame limitatamente a quanto avvenuto a Jablanica.
I giudici hanno motivato la nuova assoluzione con "l'incapacità della Corte di assicurare le deposizioni di alcuni testimoni". Un teste chiave si era rifiutato di deporre in prima istanza e un altro era stato dichiarato "non credibile". Si sospetta che abbiano subito gravi intimidazioni.
Soddisfatti molti kosovari, per i quali Haradinaj è un eroe. In Serbia invece la sentenza di non colpevolezza è stata accolta con perplessità. "È un serio ostacolo sulla strada della riconciliazione nella regione’’, ha detto il portavoce del governo Milivoje Mihajlovic. ‘’Il dialogo tuttavia - ha aggiunto - deve continuare, poiché solo con il dialogo si puo’ garantire una vita migliore e piu’ sicura ai serbi del Kosovo".
Kosovo, seconda assoluzione per Haradinaj
ex comandante dell'Esercito di Liberazione del Kosovo
29 novembre 2012
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La pulizia etnica
nella ex-Jugoslavia
La Jugoslavia federale era costituita da sei repubbliche (Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Macedonia) e due regioni autonome unite alla Serbia (Kosovo e Vojvodina). Con la morte di Tito, nel 1980, scoppiano le tensioni politiche che sono all'origine della guerra civile tra le varie repubbliche che componevano lo Stato federale.
Nel periodo che va dal 1990 al 1999, con un precedente nel 1989, quando la Serbia si oppone all'autonomia del Kosovo, le parti in guerra utilizzano a più riprese la pulizia etnica per prevalere.