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L'Olanda e la responsabilità per Srebrenica

la Corte Suprema condanna il Paese per la morte di 3 uomini

L’Olanda è responsabile della morte di tre musulmani bosniaci che chiesero aiuto e rifugio ai caschi blu l’11 luglio 1995. La Corte Suprema olandese ha infatti stabilito che lo Stato non ha messo in atto tutte le misure necessarie per soccorrere i tre uomini durante l’invasione di Srebrenica da parte delle truppe di Ratko Mladic.

Nonostante il mandato della missione ONU richiedesse ai soldati di proteggere la popolazione, con l’ingresso dell’esercito serbo nell'area di Srebrenica - controllata dal battaglione olandese - i soldati abbandonarono al proprio destino Rizo Mustafic, l’elettricista del complesso, e gli interpreti Ibra e Mohamed Nuhanovic, che l’11 luglio 1995 avevano chiesto invano protezione per loro e per le loro famiglie. Dal momento che lavoravano per la missione delle Nazioni Unite, gli uomini avevano diritto a tale protezione. Costretti a lasciare il complesso, furono di fatto consegnati all'esercito di Mladic, che li uccise insieme ad altre 8mila persone.

I familiari delle vittime, dopo 11 anni, possono richiedere un indennizzo allo Stato olandese.

Un tribunale nazionale di primo grado aveva già emesso una sentenza per questo caso, nel luglio 2011, giudicando l’Olanda responsabile delle morti dei tre uomini. Il ministro della difesa, tuttavia, aveva avanzato l’appello alla Corte suprema, sostenendo che fossero in realtà le Nazioni Unite, e non l’Olanda, ad avere l’effettivo controllo del battaglione olandese.

Nonostante il caso non sia direttamente legato al processo sul genocidio di Srebrenica, la sentenza presuppone che lo Stato olandese non possa più invocare l’immunità delle Nazioni Unite per giustificare la inattività dei suoi 400 caschi blu - perché dichiarata direttamente responsabile dell’operato dei suoi soldati.

“Per quanto ne possa capire - ha dichiarato il figlio di Nuhanovic - questo crea un precedente nel diritto internazionale che avrà conseguenze significative Sugli stati e sulle missioni di pace inviate in tutto il pianeta”.

9 settembre 2013

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