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Serbia e Croazia non commisero genocidio

la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia

La Corte Internazionale di Giustizia delle Nazioni Unite ha respinto le accuse di genocidio rivoltesi reciprocamente da Serbia e Croazia. La sentenza pone quindi fine a un procedimento giudiziario iniziato nel 1999, quando Zagabria presentò l'accusa di genocidio contro Belgrado per le violenze commesse durante le le guerre balcaniche che nei primi anni '90 seguirono il collasso dell'ex Jugoslavia, chiedendo un risarcimento finanziario, la punizione di tutti i criminali di guerra, informazioni sulle persone ancora disperse e la restituzione del patrimonio storico e culturale depredato dai serbi.
Dopo la presentazione della medesima accusa da parte di Belgrado - che denunciava la Croazia di pulizia etnica ai danni di 250 mila serbi costretti a fuggire dalla Krajina durante e dopo l'Operazione Tempesta del 1995 - la Corte dell’Aja aveva avviato le udienze nel marzo 2014.

Dopo quasi un anno, il presidente della Corte, il giudice Peter Tomka, ha escluso che nelle intenzioni di entrambi i Paesi fossero presenti volontà genocidarie.
Secondo la Convenzione sulla prevenzione e punizione del crimine di genocidio del 1948, infatti, per poter utilizzare tale definizione occorre essere in presenza di determinati requisiti, e in particolar modo deve essere dimostrata la volontà di eliminare in tutto o in parte un gruppo etnico.

Per quanto riguarda le accuse rivolte verso la Serbia, la Corte ha stabilito che la Croazia "non è riuscita a provare le proprie asserzioni”, in particolare per quanto riguarda le violenze commesse nella città croata di Vukovar, distrutta nel 1991 durante l'occupazione serba, quando decine di migliaia di uomini vennero espulsi forzatamente e circa 260 di loro vennero arrestati e uccisi. Pur riconoscendo che le forze serbe commisero una campagna di violenza ai danni dei croati, il giudice Tomka ha ribadito che “questo atto era parte di un obiettivo politico, ovvero quello di creare uno Stato serbo etnicamente omogeneo, ma non aveva in sé la volontà di distruggere i croati, bensì solo di allontanarli”.

Di contro, la Corte ha stabilito che anche durante l’Operazione Tempesta non sia stato commesso un genocidio, assolvendo dall’accusa lo Stato croato con analoghe motivazioni. Le violenze che si verificarono non sono quindi state valutate di scala sufficientemente elevata per essere definite genocidio.

Non è la prima volta che la Corte Internazionale di Giustizia è chiamata a pronunciarsi sulla qualifica di un crimine come genocidio. Dal momento della sua istituzione, tuttavia, l’unico episodio ad essere definito tale dal Tribunale dell’Aja è stato il massacro di Srebrenica dell’11 luglio 1995, durante il quale le forze del generale Ratko Mladic uccisero più di 8mila uomini e ragazzi bosgnacchi.

3 febbraio 2015

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