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Izetbegovic domanda riconoscimento delle responsabilità serbe

Per tutte le stragi commesse nelle guerre jugoslave

Una sentenza del 2007 della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja decretava che in tutta la vicenda della disintegrazione della ex Jugoslavia (1992-1996), solo il massacro di Srebrenica fu genocidio secondo le Convenzioni internazionali, e che la Repubblica serba non poteva essere riconosciuta direttamente responsabile

Questa sentenza poteva essere impugnata entro i dieci anni dalla sua pronuncia, ovvero entro il 26 febbraio 2017, e il Presidente di turno bosgnacco (musulmano) della Bosnia Bakir Izetbegovic l'ha fatto. Ha presentato ricorso in appello contro il dispositivo della Corte e intende procedere per affermare una "verità di cui hanno bisogno tutti, anche chi si oppone", come ha dichiarato alla stampa.

L'atto di Izetbegovic secondo molti osservatori internazionali "ha aperto una nuova crisi politica con la Serbia", mentre resta problematico l'assetto istituzionale della Bosnia - dove ognuna delle tre etnie principali, quella bosgnacca di Izetbegovic, quella croata e quella serba ha diritto a un Presidente a turno ogni tre anni, e tutte le élite dei tre gruppi sono caratterizzate da tendenze nazionaliste e centrifughe - in quanto non si sa se sia vero, come sostiene Izetbegovic, che il ricorso non richiede l'assenso di tutti e tre i presidenti in carica, ma solo che la richiesta sia avanzata da un avvocato speciale nominato dalla Presidenza del governo bosniaco nel 2002.

Izetbegovic pensa di poter incidere sia sul giudizio storico sulla guerra, sia sull'accertamento delle responsabilità della leadership serba. In particolare, se Radovan Karadzic è stato condannato a 40 anni, rimane ancora in corso il processo a Ratko Mladic, il comandante serbo-bosniaco che l'11 luglio 1995 entrò nell'enclave musulmana di Srebrenica e, dopo avere separato maschi e femmine, uccise 8.000 maschi bosgnacchi in quella che fu la più grande strage in Europa dai tempi della seconda guerra mondiale

Srebrenica è genocidio secondo la Corte Internazionale, mentre resta da giudicare l'insieme delle responsabilità per quanto riguarda le guerre jugoslave. Contro Mladic in particolare pendono accuse di genocidio, saccheggio, torture ai civili, distruzione di luoghi sacri, utilizzo di membri delle forze di peacekeeping come ostaggi e altri gravissimi crimini. 

Frattanto, il 9 febbraio è stato inaugurato a Potocari, nella ex fabbrica di batterie dove si era concentrato il battaglione dei caschi blu olandese che non impedì il massacro dei musulmani di Srebrenica, un "museo del fallimento della comunità internazionale", per ricordare con fotografie, interviste a militari e altri testimoni e video, il fallimento dei tentativi internazionali di fermare il genocidio. Il governo olandese ha contribuito finanziariamente alla creazione del museo, sempre in questa lotta per affermare la verità che prosegue, pur faticosamente, contro ogni negazionismo.

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