La Camera d’Appello del Tribunale penale per la ex Jugoslavia ha confermato l’ergastolo per Zdravko Tolimir, ex generale serbobosniaco accusato del genocidio di Srebrenica del luglio 1995.
L’uomo era il braccio destro di Ratko Mladic, il generale responsabile dell’uccisione di 8mila uomini e ragazzi musulmani nella cittadina bosniaca, ed era già stato condannato in primo grado nel dicembre 2012. Tolimir aveva fatto appello contro tale sentenza, affermando che le vittime “erano parte di gruppi terroristici”.
Tolimir ha seguito il procedimento in aula con una gran croce di legno al collo, e si è fatto il segno della croce quando il presidente della Camera, Theodor Meron, ha revocato parte delle accuse. I giudici, infatti, hanno accettato alcuni argomenti della difesa, stabilendo che il trasferimento dei musulmani a Zepa, una zona protetta dalle Nazioni Unite, non costituì un atto di genocidio, così come l’omicidio di tre leader civili e militari in questa stessa località.
Rientra invece in tale definizione la distruzione delle moschee operata da Tolimir.
Nel 1995 l’ex generale, dopo la firma dell’accordo di Dayton che mise fine alla guerra in Bosnia Erzegovina, fu per breve tempo consigliere di Biljana Plavšić, presidente dei serbi di Bosnia, poi condannata a 11 anni di carcere per crimini contro l’umanità e rilasciata dopo aver scontato due terzi della pena.
La sentenza ai danni di Tolimir è una delle ultime rimaste in carico al Tribunale, che deve ancora giungere a sentenza per il caso del generale Mladic e per l’ex Presidente della Repubblica Serba di Bosnia Radovan Karadzic.