In controtendenza con il resto dell'Europa, Tirana alla fine degli anni '30 riconosceva i pari diritti alla comunità ebraica albanese. Già nel 1928 la Costituzione era stata emendata per affermare l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, ma questa volta l'Albania si preparava a un grande compito: offrire ospitalità agli israeliti perseguitati dal nazismo.
Il Paese adriatico, a maggioranza islamica, ha una lunga tradizione di tolleranza. Anche se alcuni aspetti delle sue tradizioni suscitano riprovazione, come ad esempio le faide e i delitti d'onore, altri fattori come gli obblighi comunitari di ospitalità nei confronti dello straniero anche di religione diversa (contenuti nel codice di tradizioni denominato kanun) hanno giocato nella storia un ruolo positivo.
L'Albania una nazione giusta?
Nel 1934 l'Ambasciatore americano in Albania Herman Bernstein, lui stesso un ebreo, scrisse: "Questa è l'unica nazione europea dove al giorno d'oggi il pregiudizio e l'odio religioso non esistono". A Berlino l'Ambasciata albanese emise visti per gli ebrei fino al 1938 e il Paese del kanun divenne il rifugio per molti ebrei tedeschi e austriaci.
Nel 1945 la popolazione ebraica dell'Albania era addirittura aumentata rispetto all'inizio della guerra, nonostante l'occupazione nazista. Le autorità albanesi in maggioranza rifiutarono di consegnare agli invasori le liste con le generalità degli ebrei. Molti cittadini soprattutto delle aree rurali ospitarono gli ebrei e 69 albanesi sono oggi riconosciuti come Giusti fra le nazioni da Yad Vashem.
La tragica sorte degli ebrei kosovari
La nazione non è "giusta" nel suo complesso perché nell'area allora annessa del Kosovo i 400 ebrei di cui alcuni provenienti da Serbia e Croazia furono invece rastrellati e deportati a Bergen-Belsen. Solo cento sopravvissero. In tutto gli internati albanesi nei lager furono 600. Con la fine del comunismo nel 1991 le frontiere dell'Albania si sono aperte e molti ebrei hanno raggiunto Israele. Oggi nella capitale Tirana vivono alcune centinaia di israeliti.
2 aprile 1937
l'Albania riconosce i diritti degli ebrei
3 aprile 2013
Approfondimenti su Gariwo
- Note sui Giusti albanesi - 2008 [documento]
- Giusti d'Albania: nuove ricerche
- Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani. 1940-1945 [libro]
- E. Aga Rossi, M.T. Giusti, Il Mulino, Bologna, 2012
- Atif e Ganimede Toptani [biografia]
- i nobili albanesi che salvarono una famiglia ebrea
- Refik Veseli e famiglia [biografia]
- albanesi di Kruja
Shoah
il genocidio degli ebrei
Nel quadro del secondo conflitto mondiale (1939-1945) si compie in Europa il genocidio del popolo ebraico (1941-1945). La “soluzione finale“, sei milioni di ebrei sterminati, è stata preparata da Hitler, salito al potere in Germania nel 1933. A partire dalla pubblicazione del Mein Kampf, Hitler progetta la rivoluzione nazionalsocialista sulla base di un’ideologia razzista.
Nella memoria del popolo ebraico e nella sentenza conclusiva del Tribunale Militare Internazionale, la stima dello sterminio è di 6.000.000 di persone. In realtà gli storici più accreditati, tra cui Raul Hilberg, ritengono che la cifra si aggiri intorno a 5.200.000.
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La storia
Madre Maria Servetti e Suore di Besozzo
nascosero nell'Istituto di Besozzo Superiore delle bambine ebree